DOMANDA
Buongiorno Dottore, sono Francesca e ho 29 anni.
Fin da piccola ho il sonno leggero, ma a differenza di altri utenti che scrivono sullo stesso problema, non soffro stress o ansia, semplicemente non sono mai stata una gran dormigliona! Se mi sveglio durante le prime ore della notte, non ho problemi a riaddormentarmi, se invece mi sveglio tra le 4.30-5.00 ( come spesso capita ), anche se ho molto sonno, il cervello inizia ad “andare a mille”, penso alle cose più disparate, praticamente involontariamente e va a finire che non riprendo più sonno.
Negli ultimi 2 anni la cosa è peggiorata. Ho provato la melatonina, ho eliminato la teina ( non bevo caffè ), ma mi sveglio sempre presto anche quando ho del sonno arretrato.
Ho letto un articolo che spiegava che il sonno leggero dipende dalle onde alfa prodotte durante il sonno, chi ne produce tante, è maggiormente sensibile a luce, rumori, stimolo della pipì, sudorazione, ecc… nello stesso articolo si consiglia di assumere sostanze che agiscano su tali onde e non prendere comuni sonniferi che vanno ad agire su tutta la zona del cervello.
Volevo capire la fondatezza di questa tesi e se effettivamente si puo’ fare qualcosa.
La ringrazio per l’attenzione!
Francesca
RISPOSTA
Buongiorno,
al di là dei meccanismi, che andrebbero provati con una registrazione del sonno per valutare effettivamente come è la struttura e la microstruttura del suo sonno, mi sembra si tratti di un “cattivo sonno” che potrebbe trasformarsi in insonnia vera e propria se iniziano a manifestarsi conseguenze anche sulle 24 ore (cioè non solo di notte ma anche con impatto e ricadute sul giorno). Bisogna vedere bene gli orari, il cronotipo e certamente anche i fattori esterni che lei descrive come concausa o scatenamento del non riuscire a “ridormire” dopo essersi svegliata di notte. E’ normale che sia più facile riaddormentarsi da un risveglio entro i primi due terzi di notte che nell’ultimo terzo (dopo aver già esaurito la maggior parte della componente omeostatica del sonno) e quindi al mattino avere più difficoltà a riprendere il sonno. La percezione del sonno oltreché essere soggettiva è spesso influenzata, come lei ha evidenziato, dal tipo di attività EEG cerebrale, dalla profondità del sonno, ma anche dalla sua stabilità e continuità. Quindi l’analisi deve essere completa per cercare di capire il meccanismo. Essendo lei giovane, forse non vale la pena di usare solo farmaci ma di pensare a trattamenti anche non farmacologici. Una valutazione completa con intervista/visita in un Centro di Medicina del Sonno mi sembra un buon inizio