DOMANDA
Buongiorno dottore, mia mamma ha 84 anni, ha effettuato una gastroscopia nel 2016 dalla quale è risultata gastrite e nient’ altro, ora le è stata consigliata nuovamente la gastroscopia dal medico di base, in seguito a vertigini e senso di svenimento dopo i pasti, oltre a inappetenza e cibo che pare rimanere poco più giù della gola e piccoli rigurgiti.
Tutto questo dopo alcuni giorni dalla dimissione dall’ ospedale, ricoverata per due settimane per sincope traumatica, ipertensione, dislipedemia. Le hanno effettuato anche impianto di loop recorder. Era già in cura da qualche anno con Pradaxa e farmaci anipertensivi e betabloccanti a causa di fibrillazione atriale parossistica. In ospedale avendo bradicardia, le è stato tolto Metoprololo, e inserito un nuovo farmaco, Cordarone 200mg al giorno, ma pare stare peggio di quando è entrata (potrebbe questo farmaco dare questi problemi allo stomaco?).
Ora mi chiedevo, poiché la mamma assume anticoagulante oltre agli altri farmaci, ci sono rischi ad effettuare la gastroscopia? Deve sospendere farmaci? Esiste un esame alternativo e meno invasivo? In ospedale le han fatto eco addome tutto ok, non hanno ritenuto di fare gastroscopia credo, nonostante questi problemi li avesse già durante il ricovero.
Sono preoccupata perché è abbastanza debilitata dopo questo ricovero (consideri che svenendo si è fratturata costato per cui le han dato tanti antidolorifici, oltre ad antibiotici per sopraggiunta polmonite durante il ricovero).
Mi scuso per essermi dilungata, spero nei suoi consigli
Grazie in anticipo, buona giornata
RISPOSTA
Una nuova gastroscopia pribabilmente non aggiungerebbe elementi utili a modificare l’approccio clinico. Se ha fatto uso di antidolorifici probabilmente un “protettore” della mucosa gastrica (considerati anche gli altri numerosi farmaci che assume), potrebbe essere una buona opzione che tenterei per almeno un paio di settimane prima di prendere altre decisioni