DOMANDA
Buonasera Dottore,
sono la mamma di una ragazza di 22 anni affetta da epilessia focale verosimilmente lesionale, in terapia con levetiracetam 1500mg assunto per due volte al giorno e una compressa di carbamazepina 400mg al giorno. Grazie a questa terapia non si sono più manifestate crisi dal 2013.
Le scrivo perché vorrei avere alcuni chiarimenti:
1) Ho letto che le persone epilettiche non possono andare in alta montagna (2000MT) , lei che ne pensa?
2) In questo periodo è sotto stress per gli esami universitari ed ha difficoltà nel avere un sonno continuo, infatti si sveglia spesso la notte oppure non riesce ad addormentarsi subito, pertanto su consiglio del suo medico di famiglia sta assumendo metà compressa di TAVOR DA 2.5 MG la sera prima di andare a dormire, ma è ben noto che questo farmaco non può essere assunto per un lungo periodo.
Inoltre negli ultimi tempi ha notato una certa difficoltà nel memorizzare gli argomenti di studio. Presso il centro psichiatrico del nostro paese ha segnalato entrambi i problemi precedentemente citati e le è stato consigliato di assumere la”AGOMELATINA” e di sospendere il Tavor,. Le premetto che assume già da diverso tempo la melatonina da 1mg.
Mi scuso se mi sono prolungata molto, ma mi farebbe molto piacere ricevere da lei un chiarimento al più presto.
Ringrazio e saluto
RISPOSTA
Buonasera,
rispondo ai suoi quesiti.
- non ci sono restrizioni sulla permanenza alta quota delle persone con epilessia (insomma: ci può andare);
- l’assunzione di farmaci per indurre il sonno (in questo caso Tavor) é possibile, ma sarebbe meglio limitarlo nel tempo. Consiglio di evitare di studiare la sera fino a tardi e di svolgere una moderata attività fisica nel tardo pomeriggio/prima serata, andando a letto un paio di ore dopo questa attività. Così facendo, potrebbe provare a ridurre e poi sospendere il Tavor. Circa l’agomelatina, benché non ci siano robuste evidenze sulla sua efficacia nel ridurre l’insonnia nei pazienti che assumono farmaci anti-epilettici, non sarei contrario a testarne l’effetto in sua figlia.
Cordiali saluti
Prof. Umberto Aguglia