Riprendersi da una brutta delusione

    DOMANDA

    Salve dottoressa le scrivo perchè necessito di un consiglio oggettivo da donna e donna.
    Sono una ragazza di 23 anni pur sentendomene sempre molti di più,visto la mia razionalità e la mia frequente pesantezza.
    Le vorrei raccontare ciò che mi è successo a Marzo scorso e che mi ha fortemente cambiata.
    Le premetto che a livello sentimentale,relazionale sono molto complicata. Riesco a lasciarmi andare solo se una persona mi prende a 360 gradi (mente e corpo).
    Ho vissuto,quindi,poche relazioni,mediamente lunghe e serie.
    Ad ottobre scorso conosco un ragazzo,un ragazzo che a primo impatto non rappresentava i miei canoni estetici. Ci scambiamo il numero e cominciamo a sentirci assiduamente,e senza neanche accorgermene,mi rendo conto che inizio ad essere molto
    coinvolta. Intelligente,attento,scaltro,acculturato,sempre la parola al momento giusto. Dopo 4 mesi di conversazioni dense e varie uscite abbastanza innocue (qualche bacio niente di più) mi confessa che da tre anni viveva una relazione abbastanza seria ma che purtroppo è costante in crisi. Un fulmine a ciel sereno,ma dal quale purtroppo non riesco a far emergere la mia razionalità e pur ormai consapevole della situazione continuo a sentirlo seppure leggermente frenata. Arriviamo a Marzo,ci incontriamo in zona da lui,ceniamo insieme,andiamo a casa sua e succede quello che può immaginare. La bellezza della serata e le emozioni provate, mi confermano quanto fossi presa.
    Fin quì dirà,tutto bene. Accade ciò che in assoluto speravo non accadesse,dopo il quella serata e quel momento lui non si fa più vivo e dopo una settimana gli scrivo,e mi sento rispondere “Sì,è stato un periodo un pò così. scusami. baci”. Stop.
    Ho vissuto un periodo terribile. Provavo rabbia verso di lui,verso me stessa,per non essere riuscita a capire quanto schifo facesse,per essermi fatta usare. Mi sentivo sporca,umiliata. Ho avuto un periodo di sbandamento pesante,dopo mi è balenata anche l’idea di rovinarlo spifferando tutto alla ragazza (che tutt’ora vive la sua storia con lui allo scuro di tutto),idea che ho accantonato soprattutto per evitare ulteriore sofferenza a me stessa. A distanza di mesi,mi sono perdonata un pò di cose,ho capito che l’ingenuità che ho avuto era per una forte infatuazione,la rabbia verso di lui persiste ovviamente ma ormai è meno forte…il problema è il blocco che continuo ad avere con altri ragazzi. Sono fredda,spigolosa,non mi fido e soprattutto tendo sempre a paragonare altri ragazzi a lui e crollo sempre in una sensazione di frustrazione,incazzatura e piango. Cerco alcuni aspetti che amavo di lui in altre persone e non riesco a sentire più nulla. Il tutto è fermo a Marzo. Non sento nulla quando esco con un ragazzo,sono demotivata,so già come andrà a finire. Mi sto chiedendo se è normale e (anche se sembra assurdo) ho paura di non liberarmi mai delle sensazioni che ho vissuto con lui,di quello che ho provato. Ho paura che non lo dimenticherò mai,sembra davvero da pazzi lo so,ma la vivo davvero male questa cosa. Secondo lei cosa devo fare? Devo sforzarmi di conoscere ragazzi anche ho un atteggiamento totalmente passivo? Come posso liberarmi del pensiero fisso di quell’essere vile?

    La ringrazio anticipatamente.

    RISPOSTA

    Carissima

    Mi dispiace per la sofferenza che ha provato e sta provando.

    Dal momento che lei è molto intelligente e razionale, mi permetto di suggerirle delle linee sulle quali lavorare.

    Intanto uno dei motivi per cui noi continuiamo a provare rabbia rispetto alle persone che ci hanno fatto del male è che noi assegniamo loro la capacità totale di agire e la volontà di farci del male.

    Ripensiamoci:

    lei dice

    ….Intelligente,attento,scaltro,acculturato,sempre la parola al momento giusto. …

    …,dopo quella serata e quel momento lui non si fa più vivo e dopo una settimana gli scrivo,e mi sento rispondere “Sì,è stato un periodo un pò così. scusami. baci”

     

    Ciò che credo è che lei lo abbia sopravvalutato. Una persona che scrive “è stato un periodo un po’ così” è un superficialone e non credo neanche che abbia la capacità di premeditare …. Spesso le donne come lei, con l’intelligenza e la complessità che hanno, attribuiscono agli altri il loro mondo interiore proiettandolo come se appartenesse all’altro. Insomma penso che la persona intelligente sia lei e che abbia pensato che lo fosse lui.

    La seconda linea su cui la prego di lavorare è che tutti possiamo commettere errori, anche le persone in gamba come lei. Cioè il fatto di aver sbagliato a valutare l’onestà e l’intelligenza di una persona non fa di noi delle persone “sporche, né umiliate”. Semplicemente abbiamo sbagliato a valutare. Succede a tutti i grandi e la vita continua.

    Per la terza linea su cui lavorare mi avvalgo proprio della sua razionalità. Questa vita è a 360°. Lei con la sua giovane età avrà vissuto si e no 12°. Il mondo è pieno di persone meravigliose e di mondi da scoprire. Nei 348° gradi che ancora non ha scoperto ci saranno anche persone disoneste come quella specie di ragazzo di cui mi parla, ma la maggior parte non lo è. E allora la prego di farsi trascinare dalla curiosità di apprendere da questa vita tutto ciò che può darle. La curiosità anche verso l’altro.

    Rosa Angela Fabio

    Rosa Angela Fabio

    Docente di psicologia generale all’Università degli Studi di Messina. Si è laureata in filosofia a Messina nel 1986 e poi specializzata in psicologia alla facoltà di medicina di Milano nel 1989. Ha anche conseguito il dottorato di ricerca in psicologia sperimentale all’Università di Pavia. I suoi principali campi di ricerca sono i processi cognitivi relativi […]
    Invia una domanda