DOMANDA
Egregio professore, ho 65 anni e a marzo di quest’anno, a seguito di un episodio di difficoltà a deglutire un boccone di cibo, ho effettuato una gastroscopia che ha evidenziato una brutta esofagite da reflusso. Ho assunto per un mese giornalmente Esomeprazolo da 40mg. al mattino e da 20mg. la sera. Ho effettuato un’ulteriore gastroscopia che ha evidenziato la guarigione dell’esofagite, ma poiché il reflusso che ne era stata la causa dipende dalla presenza di ernia iatale e non mi ha mai dato sintomi molto evidenti, il professore mi ha prescritto l’Esomeprazolo 40 mg, a giorni alterni e gerdoff la sera del giorno in cui non prendo l’inibitore. Mi ha detto che dovrò continuare per sempre e mi ha prescritto una nuova gastroscopia di controllo nel maggio 2019. Ho letto che gli inibitori alla lunga possono causare anche morte prematura . Le chiedo se secondo Lei la cura è appropriata e se dovrò proseguirla a vita.Sono veri i rischi di cui ho letto? La ringrazio sentitamente e La saluto Susanna Rosa
RISPOSTA
Negli ultimi anni le problematiche relative all’uso indiscriminato dei farmaci PPI sono state evidenziate da parecchi articoli nazionali ed internazionali. Se comunque un collega le ha consigliato un uso cronico di questi farmaci credo sia giusto presumere che sia corretto. Avrei delle osservazioni da porre, prima fra tutte che lei è ancora giovane e bisognerebbe scartare l’ipotesi di un eventuale terapia chirurgica che assicura un buon risultato e la libertà dall’uso dei PPI. Per l’iter corretto dovrebbe contattare un centro specialistico. Se avesse bisogno di me mi può contattare attraverso la mia mail aziendale (marco.pagani@policlinico.mi.it).
Cordiali saluti