DOMANDA
Buonasera Dottoressa,
Sono la mamma di un ragazzo di 15 anni.
Prima di farle la domanda devo spiegarle un po il percorso di mio figlio.
È sempre stato un ragazzo solare e anche bravo a scuola, aiutato anche da un’ottima memoria. Elementari passate con facilità e anche i primi due anni delle medie, tanto che a volte i bei voti erano per noi scontati, le difficoltà sono cominciate in terza, i risultati c’erano ancora ma con molta più fatica e stanchezza. Notavo, e lo stesso pensiero lo avevano gli insegnanti che mancasse la fiducia in se stesso. Negli anni è sempre stato preso di mira da dei coetanei del paese e questo ha minato la sua autostima. Lo scorso anno, su sua scelta e consigliato dai docenti, ha iniziato il liceo scientifico. Il primo quadrimestre senza problemi, mentre nel secondo alcuni problemi di salute hanno influito nella concentrazione e fatto crollare i voti, in contemporanea ha cominciato a dire che è stupido, che i compagni lo odiano e che si sente osservato in malo modo da tutti. Col tempo e tanto impegno è riuscito a salvare l’anno e a capire che in realtà nessuno lo odiava e che era tutto nella sua testa. Ha iniziato il secondo anno e con i compagni comincia ad interagire, le difficoltà ci sono ancora a livello scolastico, arranca sempre intorno al 6 e quindi sembra sempre stia rincorrendo qualcosa che non riesce a prendere. Secondo alcuni docenti che lo hanno osservato con più attenzione manca ancora l’autostima e che con più fiducia avrebbe risultati migliori, anzi sembra che cerchi la sufficienza per confermare la sua incapacità. Dove stiamo sbagliando? Continuiamo a sostenerlo ed incoraggiarlo, se il voto è brutto glielo facciamo notare senza punizioni e vediamo che lui ne soffre, se è bello dimostriamo soddisfazione ed orgoglio. Come possiamo aiutarlo a credere in se stesso? Non è per i voti, vogliamo che sia sereno.
RISPOSTA
Cara signora,
comprendo la sua preoccupazione di genitore nel vedere il cambiamento di un figlio, soprattutto riguardo la serenità d’animo.
Per capire a fondo i motivi per cui questo ragazzo, oltre le normali e fisiologiche difficoltà di preadolescente e poi adolescente, stia così e si sia ‘arenato’, occorrerebbe avere altri elementi in mano e sapere molto di più del vostro ‘romanzo’ e del vostro sistema familiare.
Certo è che, da quanto lei riferisce, suo figlio sembra avere pochi strumenti per sentirsi sicuro. Probabilmente anche le vessazioni subite dai compagni hanno avuto il loro peso nella costruzione dell’autostima.
Il fatto poi che fatichi anche nello studio potrebbe indicare un leggero stato depressivo-ansioso.
Che fare? Credo sia opportuno ed utile farlo parlare con uno psicologo per avere un’adeguata valutazione della situazione nel suo complesso ed eventualmente perché possa ricevere l’aiuto che occorre per acquisire maggiore sicurezza con se stesso e, di conseguenza, nella relazione con gli altri, specie con i coetanei.
Consideri che un aiuto psicologico a questa età può essere molto prezioso e può far sì che possano emergere le potenzialità bloccate del ragazzo con una conseguente ricaduta positiva sulla sua qualità di vita.
Comunque un consulto psicologico può risultare di grande utilità anche per voi genitori: vi verranno date le più opportune indicazioni per relazionarvi al meglio con vostro figlio, favorendone una crescita ottimale.
Un caro saluto
Rosanna Schiralli