Bimbo beve pochissimo

    DOMANDA

    Buongiorno dottore,
    Le scrivo in merito al mio primogenito di 3 anni e 4 mesi. Il bimbo ha una buona alimentazione, abbiamo scelto per lui il cosiddetto autosvezzamento e ad oggi mangia di tutto con piacere. Pesa circa 13 kg ed è alto 1 m. Il problema se così si può chiamare è il bere. Fin da quando a 1 anno ho smesso di allattarlo mio figlio beve pochissimo. Due dita di latte a colazione, mezzo bicchiere d’acqua a pranzo e mezzo a cena, a merenda talvolta poco latte o succo. Durante la giornata è difficilissimo farlo bere, qualche sorso è già un successo. C’è da dire che mangia molta frutta e verdura. Lui sta bene, non appare disidratato, non è per nulla stitico, però l’urina è poca e concentrata. Inoltre la pediatra ad ogni raffreddore si raccomanda di farlo bere ma..come?! Secondo lei potrebbe portare ad altri problemi?
    Molte grazie e mi scuso se il quesito è di scarsa importanza

    Lorenza

    RISPOSTA

    Gentile mamma, il suo quesito non è affatto di scarsa rilevanza, al contrario! Bere quantità corrette di acqua è fondamentale, non solo per avere delle feci di consistenza giusta (ma questo, noto, lei lo sa già): tutte le reazioni metaboliche del nostro organismo sono mediate dalla presenza di acqua, e quando c’è uno stato di disidratazione, anche modesta, tutto funziona meno bene… Lei mi scrive “non appare disidratato”, e sono certo che non lo sembri, ma il solo fatto che le urine siano poche e concentrate implica automaticamente che di acqua ne entra troppo poca. A ciò si aggiunge che la cosiddetta “riserva metabolica” dell’acqua nel bambino è molto più scarsa che nell’adulto, ed è la ragione per cui un bambino – in corso, ad esempio, di gastroenterite, o quando fa molto caldo – si disidrata molto più velocemente di un adulto. Insomma, concordo con lei che qualcosa bisogna fare! Cosa, però? Allora, direi innanzitutto di dare il buon esempio: più che invitarlo insistentemente a bere – cosa che otterrà quasi inevitabilmente l’effetto contrario – bevete VOI! E, quando lo fate, accompagnate il gesto con espressioni, sia del volto che nelle parole, di grande soddisfazione: un bel sorriso, leccarsi le labbra, dire “mammamia che sete avevo!” o “accidenti, quant’è buona/fresca quest’acqua!” o altre frasi simili. E lasciate la boccetta aperta dove lui la possa prendere da solo. Magari lo farà quando è convinto che nessuno lo veda, e va bene così! Ne fa cadere, e sporca per terra? E chi se ne importa! Non fatene proprio cenno, limitatevi a pulire… Abituatevi poi a uscire portando sempre la bottiglietta dell’acqua, e una più piccolina anche per lui, e a bere quando siete in giro, preannunciandolo, ad esempio con “accipicchia ho proprio sete, mi sa che adesso mi bevo un po’ d’acqua, meno male che l’ho portata!” Di nuovo, nessun invito a che lo faccia anche lui, ma la sua bottiglietta (meglio se colorata, divertente, magari di quelle dove una figura compare, oppure si colora, man mano che la bottiglina si svuota) deve essere per lui facile da raggiungere… Potrei andare avanti a lungo, ma credo il concetto le  sia chiaro: i bambini imparano per imitazione, non con le chiacchiere! Ultima cosa: sono lieto che il suo bambino consumi molta frutta e molta verdura, speriamo si mantenga così. Ma questo, da solo, non è comunque sufficiente. Un caro saluto, Prof. Andrea Vania, Pediatra Nutrizionista

    Andrea Vania

    Andrea Vania

    ESPERTO IN NUTRIZIONE PEDIATRICA. Prof. Andrea Vania, specialista in Pediatria con quarantennale esperienza in alimentazione in età pediatrica (0-20 anni) e in adolescentologia. Già Responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica del Policlinico Umberto I – Sapienza Università di Roma
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