DOMANDA
Caro dottore, ho letto tutte le sue risposte sull’Ureaplasma ma il mio caso risulta molto particolare.
Da anni soffro di bruciori e fastidi sia vaginali che uretrali che mi sono stati tratti come vestibolite con terapie a base di Laroxyl e massaggi locali. Ho poi interrotto la terapia per scarsa tolleranza ai farmaci e scarsi risultati.
I tamponi fatti in passato risultavano sempre tutti negativi e l’urolgo che mi seguiva per la vestibolite riteneva inutili ulteriori indagini.
Negli ultimi mesi i bruciori sono diventati terrificanti, come avere un accendino perennemente acceso e dal pap test è emersa flora microbica mista e infiammazione intensa.
Non ho perdite strane nè strani odori, ma sono rossa a livello della forchetta e a livello anale (che anche brucia).
Ho ripetuto così il tampone con il metodo colturale, questa volta completo. È uscito:
Ureaplasma urealytucm 100.000 colonie, ph 3,8
Normale flora lattobacillare presente
nessun leucocita.
Tutti gli altri patogeni negativi.
A parte il batterio il tampone risulta quindi del tutto normale, proprio come in passato quando non avevo testato i micoplasmi.
Proprio per escludere un falso positivo ho rifatto il tampone anche con metodo PCR in altra struttura e i risultati sono venuti identici al tampone precedente, con la specifica che si tratta di Ureaplasma Parvum (il colturale non li distingue) e che il Nugent score è 1, quindi molto basso.
Ho fatto anche esame urine PCR (primo getto di urina) ed è stato rinvenuto Ureaplasma Parvum anche lì.
Ho provato a fare dei cicli di yogurt e una crema a base di mannosio e lattoferrina, ma qualunque cosa inserisco in vagina mi fa peggiorare il bruciore.
Ho preso fermenti per bocca, ma di intestino sono molto regolare.
Gli ovuli di lattobacilli mi sono stati sconsigliati perché, dato che i lattobacilli risultano normali dal tampone, potrei rischiare la citolisi.
Mi trovo quindi a dover fare un scelta: l’urologo consiglia di provare il Cymbalta e continuare a trattare il problema come neuropatia e vestibolite, il ginecologo invece dice che dovrei prendere il Bassado e che non ha senso iniziare una terapia con un farmaco come il Cymbalta senza aver prima eradicato il batterio, dato che tale terapia durererebbe mesi dovrei farla con una infezione conclamata in corso che potrebbe essere presente da anni ed essere la vera causa dei sintomi.
Anche secondo il medico che mi ha fatto il prelievo in ospedale devo assolutamente trattarlo perché se non trattato può portare ad una malattia infiammatoria pelvica e problemi di concepimento (anche se so che non c’è uniformità nella letteratura scientifica sul punto)
Sarei molto interessata ad avere il suo parere dato che nel mio caso questo batterio si associa ad una apparente situazione di “normalità” dell’ecosistema vaginale e vorrei anche sapere se inserire ovuli di lattobacilli per mesi (cosa che ha spesso suggerito nelle sue risposte) può essere praticato anche in presenza di una flora lattobacillare normale che risulta dal tampone.
La ringrazio molto
RISPOSTA
Se, come posso immaginare, quanto rilevato dagli esami eseguiti è coerente con la sua situazione, e dunque l’ecosistema vaginale è da considerarsi nella norma, il suo problema non può essere affrontato come ho spesso suggerito in caso di dismicrobismo/vaginosi. Quel che è certo è che i disturbi che lei riferisce non sono certo dovuti alla presenza di U.parvum. Per cui, anche se il suo ginecologo riterrà di trattarla con Bassado, ciò sicuramente non inciderà sui suoi sintomi. Quanto alla patogenesi di quanto riferisce non posso però esprimermi via mail, perché l’esame obiettivo in questi casi è fondamentale per ipotizzare una diagnosi e una terapia mirata.