DOMANDA
Buongiorno Dottore, le scrivo (per la terza volta, ormai…mi conosce…) perché ultimamente ho cambiato piano terapeutico (negli anni ho assunto diversi tipi di farmaci SSRI, seguita da diversi specialisti), e ho notato un cambiamento radicale nella sfera alimentare e sessuale. Mi interesserebbe pertanto sapere se secondo lei è riconducibile ai farmaci o è soltanto una questione soggettiva mia in questo momento. Sono Sonia, la 55enne, single che negli ultimi due anni, tramite alcuni siti on line, ha conosciuto e a volte frequentato alcune persone (il titolo di una mia precedente mail era “anch’io penso sempre al sesso”). Ultimamente non sono più interessata né a visitare i siti, né a coltivare o iniziare conoscenze, e men che meno a pensare e vivere l’intimità. Come dicevo mi piacerebbe sapere se è questione di tempismo (l’ho fatto, mi sono divertita, basta), o/e se i farmaci e il cambio piano terapeutico possono avere influito. Il cambio è stato piuttosto drastico e io in sostanza non capisco se si tratta di un calo o di una normalizzazione della libido. Negli ultimi due anni assumevo Fevarin (fluvoxamina) e Lyrica (pregabalin). Ora ho sostituito il Fevarin con Lamictal (latrigina) e sto sospendendo gradualmente il Lyrica. Ho dovuto sospendere Fevarin per i problemi che mi dava nella sfera alimentare: fame insaziabile, craving notturno, appetito e anche una vera e propria “voglia di mangiare”. Per questo ho collegato il farmaco alla gestione degli impulsi alimentari e mi chiedevo se potrebbe essere collegato anche agli impulsi sessuali stessi. Ringrazio infinitamente per qualsiasi chiarimento. Saluti. Sonia
RISPOSTA
Gentile Signora Sonia, grazie per la sua ripetuta attenzione.
Ogni farmaco di questa “famiglia” ha sempre degli effetti collaterali, ma non sempre vengono percepiti da chi li assume nello stesso modo, dipende molto dalla situazione psicologica personale e dal metabolismo individuale. Quello che le consiglio è di non fare cure “fai da te” soprattutto per quanto riguarda la loro sospensione, deve essere lo specialista che la segue a dirglielo, anche se lei si sente benissimo.
Cordialmente, dott. Gabriele Optale