DOMANDA
Gentile Dott. Volta,
Le espongo la mia situazione: ho 29 anni e circa due anni fa ho avuto una forte anemia accompagnata da calo ponderale. In seguito a due flebo di ferro e alla successiva assunzione di integratori il problema sembrava risolto ma un mese fa ho rifatto gli esami e ferro e ferritina sono di nuovo inferiori ai limiti di riferimento (pur continuando ad assumere ferro a mesi alterni e senza un ciclo particolarmente abbondante).
Pensando ad un malassorbimento mi sono stati prescritti gli esami per la celiachia e questi sono i risultati:
Antigliadina deamidata igA-0, 10 U/ml val rif <10
Antigliadina deamidata igg-23, 84 U/ml val rif <10
Anti-transglutaminasi iga 0, 46 U/ml val rif <10
Anti-transglutaminasi igg 0, 37 U/ml val rif <10
Il mio medico mi ha detto che ora dovrei provare ad eliminare il glutine per 4 mesi per poi rifare nuovamente gli esami e vedere se si negativizzano (in tal caso avrò praticamente la conferma che è proprio celiachia e dovrò procedere con la gastroscopia).
E’ il procedimento corretto questo?
Se aggiungessi gli anticorpi anti-endomisio o il test genetico potrebbe essere di qualche utilità per chiarire meglio la mia situazione?
A suo parere l’antigliadina deamidata igg positiva è sufficiente per far pensare alla celiachia anche se gli anti-transglutaminasi sono negativi?
Ci potrebbero essere altre cause?
La ringrazio anticipatamente e resto in attesa di una sua gentile risposta.
Cordiali saluti
Francesca
RISPOSTA
Gentile Signora,
la positività per anticorpi antigliadina deamidata di classe IgG in presenza di negatività degli anticorpi antitransglutaminasi IgA è raramente espressione di celiachia (in meno del 10% dei casi) e nella stragrande maggioranza dei casi è un falso positivo. Solo in caso di deficit selettivo delle IgA sieriche la positività per anticorpi antigliadina deamidata IgG è altamente predittiva di celiachia. Per escludere con certezza la diagnosi di celiachia, alla luce della sua sintomatologia (calo ponderale ed anemia sideropenica) e della positività per gli anticorpi antigliadina deamidata, è necessario eseguire una esofagogastroduodenoscopia (EGDS) con biopsia duodenale. L’iter diagnostico che le è stato proposto, basato sulla eliminazione del glutine per verificare la negativizzazione successiva degli anticorpi, è sbagliato, non consente di verificare in alcun modo una eventuale diagnosi di celiachia e non deve mai essere eseguito. Ai fini diagnostici il test genetico è utile solo in caso di sua negatività perchè un esito negativo esclude di fatto la possibilità di sviluppare la celiachia. Per quanto riguarda gli anticorpi antiendomisio di classe IgA, questi sono solitamente negativi quando gli anticorpi antitranglutaminasi IgA sono assenti, ma in qualche raro caso possono essere presenti anche in assenza degli antitransglutaminasi per cui conviene eseguirne la ricerca. In presenza di sintomi indicativi di malassorbimento vi è poi sempre l’indicazione ad eseguire la biopsia duodenale in corso di EGDS anche in caso di negatività di tutti i marker sierologici di celiachia dal momento che in età adulta non è infrequente imbattersi in una celiachia sieronegativa, condizione sicuramente sottostimata nell’era della diagnostica anticorpale, in cui la biopsia duodenale viene riservata sempre più spesso ai soli casi con sierologia positiva.
Umberto Volta
Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Bologna
Board Società Europea per lo Studio della Celiachia (ESsCD)
Board Scientifico Associazione Italiana Celiachia (AIC)