figlia di 7 anni non vuole dormire sola

    DOMANDA

    Buonasera, sono una mamma di una bimba di 7 anni.
    Da più di un mese ci siamo trasferiti in una nuova casa dove lei ha la sua cameretta ma, nonostante le abbiamo provate tutte per farla dormire sola, non ci riusciamo perché inizialmente si addormenta ma poi durante la notte si sveglia varie volte piangendo e chiamandomi.

    Inizialmente mi alzavo la notte 3-4 volte e cercavo di calmarla nel suo lettino. Poi mio marito stanco di vedermi alzare ha lasciato che la bimba venisse nel nostro letto e adesso non vuole proprio dormire nel suo letto.

    A noi fa piacere averla con noi ma so bene che la cosa non può continuare.

    Lei cosa mi consiglia?

    RISPOSTA

    Succede spesso che intorno all’età di 7-9 anni i  bambini inizino ad avere delle paure e a non volere dormire più da soli. Solitamente il problema è transitorio ma può prolungarsi se i genitori inconsciamente rinforzano il disturbo pensando che il bambino possa avere delle ansie. Un disturbo d’ansia può esordire a questa età ma l’associazione di questo disturbo del sonno con il disturbo d’ansia vero e proprio è molto rara.

    In questo caso probabilmente il cambio di casa può avere influito come fattore scatenante.

    Dovreste provare a tranquillizzare la bambina e agire in due modi:

    1. per un periodo di circa 7 giorni potete dormire nella stanza con la bambina dicendo che dopo quel periodo tornerete ognuno nella propria stanza
    2. oppure per lo stesso periodo potete far dormire la bambina nella vostra stanza sempre dicendo che dopo quel periodo tornerete ognuno nella propria stanza
    3. subito dopo oppure insieme dovete attuare il rinforzo positivo che è una tecnica per ottenere un risultato sperato attraverso delle piccole gratificazioni progressive (vedi sotto).

    Infine potete aiutarvi con prodotti fitoterapici o melatonina o se il problema persiste con farmaci rivolgendosi ad un centro del sonno.

     

    Rinforzo positivo

    Si utilizza solitamente in quei bambini che non riescono ad addormentarsi o che durante la notte vanno nel letto dei genitori.

    Viene usata nei bambini di almeno 3 anni, con cui è possibile interagire verbalmente; se è raggiunto un risultato il rinforzo non deve essere cambiato, ed il successo deve essere ulteriormente rinforzato con lodi per il bambino.

    Consiste nel patteggiare un particolare premio, che sarà concesso al bambino se eseguirà il comportamento desiderato (es. se questa notte riesci ad addormentarti da solo domani mattina comperiamo il regalo che desideri).

    Si parla con il bambino promettendo un regalo se per una notte si addormenta da solo o non viene nel letto dei genitori se si sveglia. Si va al negozio a vedere il regalo insieme al bambino e si dice che si comprerà solo se quella notte dormirà da solo o non si alzerà dal letto. Al momento di andare a letto si ricorda il regalo e quindi si lascia il bambino nella stanza.

    Se il bambino dorme da solo, si va a comperare il regalo, altrimenti no.

    Si fa quindi un altro accordo con il bambino su un altro regalo se per due notti dorme nel suo letto promettendo un altro regalo con la stessa procedura descritta prima. E così via ripetendo fino a 4 notti consecutive, in genere dopo la quarta notte non c’è più necessità di rinforzi e il sonno si stabilizza.

    E’ importante che il rinforzo sia dato esplicitando la richiesta in positivo (ovvero che sarà premiato se compirà un determinata azione desiderata) piuttosto che in negativo (che non sarà premiato se compirà una azione indesiderata).

     

    Oliviero Bruni

    Oliviero Bruni

    DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI. Responsabile del Centro del sonno all’Università La Sapienza di Roma. Nato nel 1956 a Roma, si è laureato presso Università La Sapienza di Roma e si è specializzato in neuropsichiatria infantile nello stesso ateneo. Dirige l’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma ed è ricercatore confermato alla […]
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