aiuto per disturbo da ansia

    DOMANDA

    Egregio Dottore,
    sono Anna, una ragazza di 38 anni perennemente ansiosa.

    Soffro di un disturbo di ansia che spesso si è concentrato sul sonno e per il quale sono stata in cura. In pratica mi sono sempre fissata di avere malattie rare del sonno, non ho dormito per mesi fino a quando tutto si è ristabilito. Stessa cosa lo scorso anno ad agosto, ho iniziato il 24 agosto a non dormire più ero interrotta nel dormiveglia da scosse, immagini, eventi che mi hanno ostacolato il sonno. Tutto ciò è durato per mesi quando poi in seguito a cura mi sono ripresa. Premetto che a volte mi era difficile dormire anche con 2 Rivotril.
    Insomma il tutto si è ripresentato come costante di vita moltissime volte sotto stress ed anche stavolta è accaduto durante il coronavirus. Mi ero fissata di aver perso olfatto e gusto, ho somatizzato per una settimana poi è tornato tutto a posto. Nel mentre mi ero fissata che il covid comporta danni al cervello e da li è partita l’insonnia. Non riuscivo ad addormentarmi perché prima di cadere nel sonno avevo un fastidioso dormiveglia con immagini e altro: prime due notti in bianco, poi con un Rivotril sono crollata, poi 3 ore, poi 4, poi 0, poi dormiveglia fastidioso nella fase pre-addormentamento che mi ha ostacolato il sonno. In seguito rivotril ad uno e mezzo, ho dormito prima 2 ore, poi 0, poi mezz’ora, poi 4, poi 0..per portare il rivotril a 2 compresse serali….la prima notte totalmente in bianco…la seconda (stanotte) dormiveglia più profondo (sognavo sapendo di esser desta ma non ricordo tantissimo….)
    Io ho il terrore dei dormiveglia che mi danno fastidio, li trovo insidiosi e ogni volta che sto per addormentarmi me lo impediscono.

    Come mai stavolta il rivotril non aiuta? Sono in panico, (soffro di doc).
    grazie

    RISPOSTA

    Buongiorno, la sua insonnia, associata ad ansia, sembra ancora non cronica ma periodica e dovrebbe essere trattata non solo farmacologicamente, e intendo una terapia anche per prevenire e curare il disturbo che è associato al problema del sonno, in co-morbidità, ma anche con una terapia psicologica di supporto. Il farmaco che ha usato in passato e che ancora utilizza (una benzodiazepina) è sicuramente utile ma da solo non risolve il suo problema; inoltre, rischia di dover aumentare la dose per ottenere un miglioramento del sonno, come spesso avviene per questo tipo di farmaci se vengono utilizzati da soli o per periodi troppo lunghi. Per quanto riguarda la sensazione di sonno-vigile e di allucinazioni o fenomeni onirici legati a quello che lei definisce “sognavo ma sapevo di essere desta”, ciò può succedere durante una fase di sonno (fase REM o sonno paradosso) in cui si sogna e spesso si ha la sensazione e percezione di essere svegli ma si sta dormendo. Questo avviene più spesso al mattino o comunque nella seconda parte di notte. Il fenomeno all’addormentamento è spesso legato a un sonno leggero che non riesce a stabilizzarsi e all’attività pensiero-simile che è tipica di chi ha difficoltà di addormentarsi e ne è condizionato. Le consiglio di coricarsi quando ha sonno, leggere un libro rilassante ma anche interessante, per 15-20 min, massimo 30 min, allo scopo di distogliere il pensiero un po’ ossessivo sull’addormentamento e sul sonno. E comunque la terapia cognitiva-comportamentale per l’insonnia è sicuramente di aiuto, insieme in questo caso a una corretta terapia farmacologica. Cordiali saluti

    Marco Zucconi

    Marco Zucconi

    DISTURBI DEL SONNO E PARASONNIE. Professore a contratto presso la scuola di specialità in neurologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Neurologo del centro di medicina del sonno dell’ospedale San Raffaele. Nato a Bologna nel 1955, dopo la laurea si è specializzato in neurologia. I suoi interessi principali sono rivolti alle patologie del sonno, come […]
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