penfigo

    DOMANDA

    gentile dott.ssa,
    Sono affetto da penfigo volgare dal 2017, curato inizialmente con forti dosi di cortisonici.
    inizialmente con manifestazione di bolle sul dorso (avanti e dietro) ristabilite in seguito alle cure. Dal 2019 ho fatto tre infusioni del farmaco rituximab (07/2019 – 08/2020 e 12/2020) riducendo tra le infusioni la dose del cortisone (deltacortene) ora a 5 mg giornaliere.
    Premetto che fino al momento della prima manifestazione del penfigo, io ero affetto di RCU con impianto di pouch dal 1994, che durante la degenza ospedaliera ho contratto il citamegalovirus altro virus, con due interventi alla spina dorsale con conseguente paraplegia agli arti inferiori, nonchè infiammazione della pouch (grandi perdite ematiche), non controllabile dai farmaci normali e conseguente impianto di ileostomia.
    Ora vorrei sapere:
    c’è una interazione del penfigo con la infiammazione della pouch, tanto da pensare ad una nuova ricanalizzazione;
    il rituximab è l’unico farmaco per sedare il penfigo, al fine di evitare infusioni periodiche.
    grazie per la disponibilità

    RISPOSTA

    Gentilissimo,

    la descrizione dettagliata della sua condizione delicata in quanto portatore di pouch come conseguenza della RCU già può essere gravata da rischio infettivo e l’impiego del Rituximab agendo su una particolare popolazione di linfociti B può esporre naturalmente al rischio infettivo. Ci sono anche  altre possibilità terapeutiche, ma vanno sempre naturalmente considerate secondo una valutazione attenta di rischi e benefici.

    Anna Rita Giampetruzzi

    Anna Rita Giampetruzzi

    ESPERTA NELLO STUDIO DEI NEI. Dermatologa all’Istituto dermopatico dell’Immacolata (IDI) di Roma presso la V divisione dermatologica. Romana, si è laureata in medicina nel 1997 all’Università Cattolica del Sacro Cuore e poi specializzata in dermatologia e venereologia nel 2001. Svolge ricerca sui pazienti affetti da Lupus e si occupa di diagnostica non invasiva presso il […]
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