DOMANDA
Gentile Professore,
La questione è la seguente:
Mio figlio di 20 anni ha fatto delle visite di idoneità per le Forze Armate, in particolare per il ruolo di pilota militare. Nel dover affrontare tali visite ha dovuto produrre, tra gli altri, un esame relativo al FAVISMO, da tali esami – uno in struttura convenzionata (10,42 su range 9,2-16) ed il successivo presso l’Ospedale di Pisa (8,4 su range 7,8-16), risulta assolutamente negativo ergo NON fabico, mentre durante le due analisi effettuate in date diverse presso lo stesso centro medico militare, a distanza di pochi giorni dalle analisi in allegato, è risultato positivo (8,8 su un range di 9 – 18) quindi, secondo loro, FABICO. Nello specificare che mio figlio non ha mai avuto sintomi di alcun tipo nonostante consumi, visto una dieta che segue, moltissimi legumi tra cui tanti piselli e saltuariamente anche fave e altri baccelli (lupini), mi chiedo come questo sia possibile, d’altronde mi hanno detto di fare ricorso, ma se il loro metodo di misura (peraltro uguale a quello dei due che abbiamo fatto noi – u/ghb) continua a dare esito positivo, come si esce da questa empasse?
Ora, al di là della questione idoneità, è divenuta soprattutto una questione di salute del ragazzo in quanto il nostro medico dice che lui NON è fabico, come indicano i risultati completi delle analisi, mentre la forza armata dice che lo è! Continua a consumare senza problemi diversi tipi di baccelli, prende vitamina C come integratore senza problemi. Mi chiedo cosa devo fare? Specifico che tutti gli altri esami dell’emocromo sono perfetti e ne io ne mia moglie siamo fabici.
Cosa ne pensa? Può, cortesemente, illuminarmi in merito? Sarebbe davvero di grande aiuto.
RingraziandoLA per l’attenzione prestata Le porgo Distinti Saluti.
RISPOSTA
Gentile Signora,
purtroppo non posso esserle di aiuto.
Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista in Ematologia in una struttura pubblica per competenza.Le rilascerà le certificazioni necessarie una volta valutato attentamente la problematica.
Cordialità.
Prof. Riccardo Volpi