in radiologia, la quantità di radiazioni che sono state assorbite da un organismo. Si distingue in dose assorbita, dose di esposizione, e dose biologica efficace. La dose assorbita è il rapporto tra l’energia ceduta dalla radiazione e la massa della materia: la sua unità di misura è il gray (Gy), che equivale a 1 joule di energia per chilogrammo e sostituisce il rad (1 Gy = 100 rad). La dose di esposizione di una radiazione in un punto dello spazio è una misura della radiazione in quel punto, basata sulla sua attitudine a produrre ionizzazione; la sua unità di misura è il röntgen (R). Si definisce, inoltre, l’intensità di dose, o dose rata, come la dose di radiazioni nell’unità di tempo. La dose di radiazioni biologica efficace (o dose EBR) è una stima della dose assorbita che tiene conto della efficacia biologica della radiazione considerata; l’unità di misura è il sievert (Sv), ma si fa ancora uso del rem (= röntgen equivalent man). Sulla base degli effetti biologici è possibile definire la dose di radiazioni critica, cioè la dose di radiazioni capace di arrecare danni a singoli organi, la dose di radiazioni letale e le dosi di radiazioni massime ammissibili di raggi X, gamma, beta e neutroni sia per quanti risultano professionalmente esposti, sia per la popolazione nel suo insieme. In particolare come dose di radiazioni massima ammissibile per la popolazione nel suo insieme si è preso il valore 0,5 rem in un anno (tenendo conto sia del fondo naturale, sia di esami e cure mediche). Sulla base, invece, degli effetti genetici di una radiazione, la dose di radiazioni massima ammissibile per la popolazione nel suo insieme deve essere inferiore a 5 rem in 30 anni. Nella pratica radioterapica (vedi radioterapia), infine, si parla di dose di radiazioni terapeutica.