immunoterapìa


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    (o sieroterapia), impiego di sieri immuni (ottenuti cioè da animali immunizzati con determinate sostanze e contenenti quindi anticorpi diretti contro tali sostanze) per prevenire l’insorgenza di malattie infettive o su base tossica (per esempio, tetano). L’immunoterapìa ha acquisito un ruolo rilevante nel campo della ricerca dei tumori. L’osservazione sperimentale che soggetti affetti da cancro hanno una risposta immunologica antitumore, insufficiente però per controllare lo sviluppo del tumore stesso, ha spinto alla ricerca di metodiche che permettano di amplificare tale risposta. I principali metodi attualmente in studio sono: vaccinazione, immunizzazione non specifica, immunizzazione attiva e immunizzazione passiva. La vaccinazione consiste nell’inoculare nel paziente le sue stesse cellule tumorali, dopo che queste sono state trattate in modo da renderle più immunogeniche (capaci cioè di stimolare in modo più energico il sistema immunitario). L’immunizzazione non specifica consiste nell’iniettare nel paziente sostanze che sono in grado di attivare in modo aspecifico il sistema immune (per esempio il BCG, ossia il bacillo tubercolare bovino inattivato). L’immunizzazione attiva consiste nell’iniettare cellule o fattori del sistema immunitario. Questo metodo è, per esempio, impiegato nelle leucemie. L’immunoterapìa passiva, infine, consiste nell’impiego di anticorpi antitumorali preparati in laboratorio. Tali anticorpi sono costruiti in modo che possano riconoscere specificamente le cellule tumorali; inoltre a essi viene attaccata una sostanza tossica, che agisce sulle cellule tumorali.