Crohn, malattìa di


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    malattia infiammatoria cronica dell’intestino; può colpire tutto il tubo digerente, ma più spesso l’ileo terminale e il colon (mai il retto); l’infiammazione interessa tutto lo spessore della parete del viscere con presenza di granulomi. Insorge in persone di età compresa tra i 15 e i 30 anni. Le cause rimangono sconosciute; si sono ipotizzati fattori immunitari, infettivi e dietetici. La sintomatologia è caratterizzata da diarrea, dolori addominali a tipo di colica, lesioni anali, spesso masse addominali palpabili, febbricola, calo di peso, astenia, anemia ferropriva, disturbi extraintestinali come artriti, lesioni oculari e cutanee, calcolosi renale ed epatocolangiopatie. La malattia attraversa fasi di quiescenza anche prolungate, ma può riacutizzarsi all’improvviso e, a lungo termine, presentare una maggior percentuale di complicazioni tumorali. La diagnosi si basa, oltre che sul quadro clinico, sulla radiologia e sull’endoscopia con prelievi bioptici. Le altre complicazioni sono rappresentate da fistole e ascessi anali (anche addominali), oltre che da occlusioni intestinali, che nei due terzi dei pazienti rendono necessari interventi chirurgici, senza però prevenire possibili riaccensioni della malattia. La terapia medica si basa su cortisonici, mesalazina e metronidazolo in fase acuta; nessun farmaco si è dimostrato utile nel prevenire le recidive a lungo termine, nemmeno gli immunosoppressori. Utile è la terapia dietetica sia in fase acuta (alimentazione solo endovenosa), sia in fase cronica (specialmente nei casi di subocclusioni intestinali).