(o mastosi cistica, o fibrosi cistica iperplastica), displasia mammaria contrassegnata da fenomeni ipertrofici e iperplastici sia dell’epitelio ghiandolare che del connettivo interstiziale: è legata, almeno in parte, a una predisposizione costituzionale, che determina una anomala risposta del tessuto mammario ai normali stimoli estrogenici. La mammella o le mammelle colpite appaiono caratterizzate dalla presenza di piccole cisti, in mezzo alle quali si trova tessuto connettivale di aumentato volume e consistenza. Se bilaterale, interessa diffusamente le mammelle; se monolaterale, predilige l’area supero-esterna. All’interno delle cisti ci può essere liquido trasparente o sangue. Sintomo più frequente è il dolore, che può aumentare alla palpazione o nel periodo che precede le mestruazioni (mastodinia). La mastopatìa fibrocìstica, più frequente nelle donne in età fertile, va controllata con l’autopalpazione e, a intervalli di tempo più lunghi, dal medico, che può valersi anche della mammografia e dell’ecografia. Pur essendo la mastopatia fibrocistica in sé e per sé una lesione benigna, non c’è accordo unanime sul suo rapporto eventuale con il cancro della mammella, che rimane possibile, vista la natura displastica delle lesioni. In caso di grosse cisti evidenti, una puntura esplorativa e l’eventuale asportazione chirurgica (exeresi), seguita da controlli periodici (ogni 20 giorni per i primi 3 mesi e quindi ogni 6-12 mesi), rappresentano l’approccio più consono. In alternativa, buoni risultati sono stati ottenuti con la bromocriptina, in associazione con adeguate norme igieniche e dietetiche (abolizione di fumo, caffè, cioccolato e sostituzione dei lipidi con i carboidrati).