i più frequenti tumori dell’apparato urinario, nella quasi totalità dei casi carcinomi a cellule di transizione, nelle loro varietà papillifere e non. Colpiscono perlopiù soggetti tra i 40 e i 60 anni. Sono considerati fattori di rischio il fumo di sigaretta, l’esposizione professionale a cancerogeni industriali (betanaftilamina e azocomposti dell’anilina), alcuni additivi alimentari. La sintomatologia iniziale può essere costituita da presenza di sangue occulto nelle urine (ematuria), minzioni frequenti e scarse con dolore (stranguria); vere e proprie emorragie vescicali sono più tipiche delle fasi avanzate della malattia. A seconda dell’estensione del tumore la chirurgia si pone in un ruolo chiave, associata o meno a chemioterapia o radioterapia. Le possibilità di prevenzione risiedono nel controllo dell’esposizione a quei fattori di rischio professionali o ambientali finora accertati. Quando la diagnosi è precoce, la sopravvivenza a 5 anni è dell’80% circa, mentre cala al 40% negli stadi più avanzati.