BPCO


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    sigla per broncopneumopatia cronica ostruttiva, forma di bronchite cronica particolarmente frequente nei fumatori di sigarette e negli abitanti di zone altamente inquinate. Le infezioni batteriche, più che esserne il primo agente causale, entrano in gioco nel mantenere la BPCO. Quanto all’inquadramento nosografico, si parla di BPCO quando il paziente presenti una tosse persistente con produzione di escreato per almeno tre mesi, in almeno due anni consecutivi. L’istologia della BPCO è costituita da un aumento del numero e della profondità delle ghiandole mucipare della mucosa bronchiale, da metaplasia squamosa e da diminuzione del numero delle ciglia epiteliali. Tali modificazioni sono caratteristiche dell’esposizione prolungata al fumo, anche in assenza di altri fattori. Clinicamente, nelle forme conclamate, il quadro è dominato da tosse con espettorato mucoso, dispnea, cianosi e gravi anomalie spirometriche. La BPCO conduce all’enfisema centrolobulare con insufficienza respiratoria ostruttiva, e al cuore polmonare cronico. Determina gravi handicap per l’attività fisica del soggetto. Il bronchitico cronico con enfisema è definito nella medicina anglosassone come blue-bloated (gonfio blu), per descrivere l’aspetto di torace espanso a botte, tipico dell’enfisema, con colorito bluastro della cute per la cianosi. Di fondamentale importanza la prevenzione primaria, che implica l’astensione dal fumo o la sua precoce sospensione. La BPCO è oggi la più comune forma di malattia polmonare nel sesso maschile; è considerata fattore predisponente al carcinoma polmonare. La terapia consiste nell’uso di antobiotici nelle riacutizzazioni infettive, e di broncodilatatori e steroidi per via inalatoria in funzione del danno ostruttivo.