DOMANDA
Gent.ma Dott.ssa Lopez,
mio figlio ha tre anni e mezzo, è molto vivace, estremamente socievole, curioso e indipendente, però parla molto poco. Il suo vocabolario di parole “italiane” è composto da: mamma, papà, Elena (la sorellina), acqua, pappa, pipì, cacca, su, giù, qua, ciao. Tutto il resto lo comunica o con gesti particolari, o usando il suono come nome; ciuffa per il treno, qua qua per la papera ecc.
A settembre comincerà l’asilo, fino ad ora è rimasto a casa con me e con la sorellina di 19 mesi. Io gli parlo molto, leggiamo tantissimo, con gli altri bambini ai giardini si capisce comunque e non è quindi uno sprone a parlare di più. Il pediatra mi dice che è solo pigro, ma io sto cominciando a preoccuparmi. Secondo Lei dovrei fare esami più approfonditi, o aspettare l’ingresso all’asilo (dove lui però non vuole andare) e vedere se in un diverso contesto cambia atteggiamento?
Grazie e cordiali saluti
Gabriella D.
RISPOSTA
Genitle Signora, certamente il fatto che suo figlio abbia già un vasto repertorio di suoni e termini “non italiani” per definire gli oggetti indica che ha un’ottima intenzione comunicativa e che cerca di produrre tutto quello che gli serve. A 3 anni e mezzo, in presenza di una buona esposizione al linguaggio, come quella che voi avete garantito, ci si aspetta che ci sia un’esplosione del vocabolario e che il bambino dica fra le 300 e le 500-600 parole. E’ vero che ogni bambino ha i suoi tempi, ma alcune tappe sono abbastanza stabili. Visto l’ingresso nella sucola d’infanzia, dove sicuramente il bambino farà progressi a contatto con gli altri bambini, potrebbe avere un vantaggio se in questa estate approfitta per fare degli esercizi mirati all’ampliamento del vocabolario. Per stare più tranquilla, farei vedere il bambino da un logopedista che sicuramente saprà fare una valutazione darle dei consigli.