DOMANDA
Salve dott.ssa,
sono una ragazza di 20 anni e frequento il secondo anno di università lontano dalla mia città natale e dai miei affetti. Sono sempre stata una ragazza molto decisa, determinata e serena. Da quando ho iniziato l’università ho dimostrato meno caparbietà rispetto a prima ma pian piano sto riuscendo a sbloccarmi; il mio problema principale ora è un altro. Qualche mese fa mia mamma mi ha rilevato di avere una malattia del sangue, malattia non proprio lieve, tuttavia grazie alle nuove cure può continuare ad avere una qualità della vita buona per molti anni (si spera). Inizialmente, quando mi ha rivelato ciò, durante un weekend in cui ero tornata a casa, lei mi era sembrata serena e in forma. Quando sono tornata a natale la situazione è cambiata, poiché avendo iniziato la cura, si sente molto debole e ha dolori, inoltre l’ho trovata un po’ giù. adesso è quasi un mese che non va a lavorare e riesce poco a muoversi.
La dottoressa che la tiene in cura dice che deve solo aver pazienza e aspettare che finisca il suo ciclo di cura. Io sono molto terrorizzata da tutto ciò, credo di non essere pronta ad affrontare una situazione del genere, a volte mi faccio forza e penso che andrà tutto bene (mio padre che le è sempre vicino mi assicura che sarà così), ma altre volte mi prende il panico e ho il terrore che il peggio debba ancora arrivare e che la mia (e la nostra) vita sarà completamente stravolta, non so proprio come affrontare tutto ciò. Non so neanche come comportarmi con lei, perchè vorrei rassicurarla e dirle che andrà tutto bene, ma poi mi rendo conto che io sono la prima che ha bisogno di rassicurazione. in più il fatto di vivere distante non aiuta, poiché con il pensiero sono sempre lì e mi sento in colpa per qualsiasi cosa (se mi va male un esame, se esco troppo con gli amici, ecc.). inoltre credo che sia cambiato anche il mio rapporto con gli altri, a volte mi chiudo in me stessa e non riesco più a sopportare quelle persone che si lamentano per ogni sciocchezza, spesso mi chiedo perchè tutto ciò dovesse capitare proprio a noi, vorrei fosse soltanto un incubo. secondo lei come dovrei comportarmi?
grazie per l’aiuto
RISPOSTA
Cara ragazza,
capisco perfettamente il suo stato d’animo; capisco il disorientamento, soprattetto nel momento in cui sta cercando di “spiccare il volo” andando a studiare fuori lasciando un “nido” probabilmente caldo e accogliente. La malattia della mamma, arrivata come un fulmine all’improvviso, l’ha destabilizzata e le ha provocato un senso di precarietà che produce malessere. In queste situazioni si avverte al contempo dispiacere, tristezza, impotenza, paura e rabbia (‘perché proprio a noi? perché proprio adesso?’) e si tende anche, specialmente all’inizio, ad immaginare scenari molto brutti, che magari non appartengono alla situazione reale che si sta vivendo. Mi sembra infatti che sia sua madre che suo padre l’abbiano rassicurata sul fatto che si stanno facendo le cure del caso e che le cose miglioreranno. Il problema è crederci, sostenendo anche la distanza che non permette di verificare la situazione con continuità e in prima persona. Probabilmente è la prima volta che lei si trova di fronte ad una malattia importante di un genitore e con la paura (quasi una sorta di minaccia) che non si possa superare. Insomma, le emozioni ed i pensieri sono tanti e di segno diverso, difficili a volte da far coesistere dentro di sé. Occorre anche riflettere sul fatto che, purtroppo, la Vita è anche questo: gioia, entusiasmo, ma anche dolore, paura. Se accettiamo questo scorrere tutte insieme di emozioni, possiamo poi, piano piano cominciare a pensare che la paura potrebbe farci vedere fantasmi più grossi di quello che sono; potremmo cominciare ad imparare a vivere giorno per giorno senza immaginare scenari a lungo raggio. Provi intanto a parlare con suo padre, facendosi dire con chiarezza come stanno le cose: questo può servire a rassicurarla in qualsiasi modo: eviterà comunque di farsi da sola fantasie che non saprà mai se corrispondono al vero. Inoltre, pur comprendendo (ma non giustificando assolutamente) i suoi sensi di colpa, si sforzi di vivere la sua vita frequentando i suoi amici, evitando di ritirarsi, magari confidando i suoi stati d’animo a qualche amica o persona più vicina: la condivisione è un balsamo importante. Se poi qualche giorno il suo umore cala un po’ troppo, non se la prenda con se stessa, ma consideri che ci può stare e che non sarà sempre così. Comunque cerchi di perseguire gli obiettivi che si è proposta: per sua madre è un’ottima medicina sapere che la figlia, anche se preoccupata, non molla la presa. Si diventa grandi anche così.
Se vuole, mi aggiorni.
Un caro saluto
Rosanna Schiralli