Acufene pulsante monolaterale

    Pubblicato il: 27 Maggio 2013 Aggiornato il: 15 Novembre 2019

    DOMANDA

    Gent.mo Dr.Teggi,

    Da 30 anni soffro di un acufene all’orecchio sinistro. Con il passare degli anni, si era affievolito e quasi non ci pensavo più. Sette anni fa dopo un periodo di stress (ho subito un intervento per un carcinoma alle ovaie, ma non ho fatto chemio) ho preso senza parere medico la pillola per la pressione (Lortaan). Dopo una settimana l’acufene ha ripreso a farsi sentire, in più si è aggiunto un secondo acufene pulsante monolaterale sincrono con il battito cardiaco. Il cardiologo mi ha tolto la pillola per la pressione ed ho continuato a prendere il Cardicor che usavo già da qualche anno senza problemi. L’acufene è rimasto. Ho consultato un otorino che mi ha prescritto una serie di controlli (Doppler alla testa, fondo oculare, monitoraggio della pressione, radiografia per la cervicale, esame del sangue) ma non sono state evidenziate anomalie.Negli anni passati mi sono state prescritte delle pillole per fluidificare il sangue ed ho anche provato la terapia del suono. Tuttavia le cure tentate non hanno dato alcun esito positivo. La pillola per la pressione può aver causato l’acufene? Saprebbe gentilmente dirmi se ci sono altre cure che potrei tentare?
    Grazie in anticipo,
    Distinti saluti
    Mariateresa

    RISPOSTA

    Gentile Sig.ra Maria Teresa,
    mi soffermo sui punti che reputo importanti nella sua lettera.
    In primo luogo non menziona l’esito degli sami audiometrici; ad esempio può essere supposto che un incremento dell’acufene dipenda da una diminuzione della capacità uditiva.
    In secondo luogo, un acufene pulsante può dipendere da una anomalia di ritorno venoso dal cervello, condizione non pericolosa, o dal decorrere di un piccolo vaso sanguigno vicino al nervo acustico, condizione evidenziabile da esami specifici quali RMN ed angio-RMN encefalo.
    Per sua tranquillità dirò che raramente questi esami consentono diagnosi inequivocabili.
    L’ultimo e più importante punto riguarda l’arricchimento sonoro. Deve essere fatto con strumenti e metodiche idonee (ad esempio il suono deve consentire di sentire l’acufene di fondo, deve essere protratto per tutta notte). Inoltre, poichè l’aspetto emotivo gioca un ruolo rilevante nel mantenimento e fastidio generato dall’acufene, deve sempre essere considerato e trattato nella giusta maniera.
    Porgo distinti saluti

    Roberto Teggi

    Roberto Teggi

    Roberto Teggi

    ESPERTO DI ACUFENI E IPOACUSIA NEUROSENSORIALE. Docente di riabilitazione vestibolare all’università Vita Salute San Raffaele di Milano. Nato a Milano nel 1958, si è laureato all’università di Pavia nel 1983, per poi specializzarsi in otorinolaringoiatria presso l’università di Milano. Dal 1991 lavora all’ospedale San Raffaele di Milano. È anche docente di riabilitazione vestibolare al corso […]
    Invia una domanda