DOMANDA
Egregio dottore,
le scrivo per avere un parere da parte sua data la mia situazione attuale.
Nel 2006 ho avuto un gravissimo incidente stradale: sono stata in coma e ho subito due interventi chirurgici per emorragia interna. Durante il secondo intervento per fortuna sono riusciti ad individuare il punto dal quale proveniva la perdita ematica, il fegato e, con la resezione del VII segmento, hanno risolto.
La riabilitazione è stata lunga; inoltre avevo solo 17 anni.
Adesso ne ho 26 e, tra i mille disturbi che purtroppo lamento data l’entità del mio incidente (alla testa, all’occhio, all’orecchio, ecc.), ce n’è uno, in particolare, che compromette la mia vita: si tratta delle aderenze addominali.
Ho iniziato ad accusare, poco dopo la riabilitazione, dei forti dolori all’addome, in un punto preciso in alto a sinistra e i mille dottori che ho consultato mi hanno rapidamente “liquidato” con una diagnosi di colon irritabile. Purtroppo i dolori insistenti e invalidanti mi hanno spinto, ciononostante, a cercare delle risposte più precise fino a quando non le ho trovate. Naturalmente ho fatto ogni tipo di esame: analisi del sangue, analisi feci, esami per intolleranze, risonanze, tac, radiografie, ecografie, studio del transito, gastroscopia, biopsia, colonscopia, ecc. tutte con esito negativo.
Il mio andare alla spasmodica ricerca di risposte più chiare dato il dolore mi ha finalmente fatto approdare alla verità: un dottore ha capito che trattasi di aderenze addominali. Sono loro che mi causano questi dolori cronici localizzati, vere e proprie bolle di aria (visibili anche all’esterno) che mi causano fortissimi dolori sempre nello stesso punto, rumori continui localizzati sempre a sinistra, sub occlusioni ricorrenti, coliche, dolori atroci con determinati cibi (frutta, verdura, ecc), problemi nell’evacuazione. Ora riesco ad essere regolare solo grazie alla cura quotidiana con una bustina di Movicol al giorno.
Inutile elencare le innumerevoli cure che ho fatto: probiotici, finocchio, gocce, capsule, estratti naturali, colonir, enzimi digestivi, normyx, mylicon gas, ecc.
Mi hanno detto che si evita di ricorrere ad interventi per rimuoverle in quanto, con molta probabilità, si riformerebbero e, dal momento che finora non sono mai andata in contro ad un’occlusione vera e propria ma solo a fenomeni sub-occlusivi, non vi è l’urgenza di operare.
Purtroppo per i dolori non trovo cure né per risolverli, né per ridurli; mi hanno detto solo di sopportarli e di stare attenta all’evacuazione (come le ho detto l’unica risoluzione l’ho trovata nel movicol, anche se ho sempre paura che mi crei una dipendenza e che mi possa assuefare).
Lei cosa ne pensa?
Non posso di certo concludere questa e mail alla quale spero possa dedicare la sua attenzione omettendo di scrivere che, a causa di questo problema, nonostante i mille accorgimenti con la dieta (evito fibre, mangio cose spesso omogenizzate, ecc.), soffro di un grave sottopeso (1, 66 cm per 30 chili circa, infatti assumo quotidianamente intergratori ipercalorici).
Non pretendo diagnosi on line ma, sulla base di quello che le ho scritto, vorrei sapere da lei ci sarebbe qualcosa da fare che ancora non ho fatto, se esiste un modo diverso per poter convivere diversamente con questo problema.
So di essermi dilungata ma è difficile sintetizzare in poche righe un problema così articolato e che compromette la mia vita da anni.
Confido in una sua risposta e la ringrazio anticipatamente
Federica Petracca
RISPOSTA
Cara Federica la “domanda” è lunga ma la risposta è semplice perché lineare. Il percorso clinico spesso vede esprimere nel dubbio, a seconda dei casi, la diagnosi di colon irritabile o di aderenze come refugium peccatorum di medici e chirurghi. Mi meraviglio quindi che proprio nel suo caso il sospetto di fenomeni aderenziali ascoltata l’anamnesi e preso atto dei sintomi (dolori ben localizzati ed episodi presumibilmente subocclusivi) sia stato cos’ tardivo. Detto questo, è vero che se l’organismo è predisposto in modo particolare alla formazione di quel tessuto connettivo che viene definito “aderenza” un intervento acritico può non risolvere problemi e determinare ulteriori aderenze. però nel suo caso suppongo (non sono un chirurgo ed i pazienti vanno valutati caso per caso) che i disturbi siano legati ad una formazione ben localizzata e che magari una laparoscopia esplorativa potrebbe pedrmettere di sbrigliare qualche ansa intestinale compressa da eventuali aderenze. Ovviamente sarebbe opportuno un chirurgo esperto e prudente. Non so da dove scrive ma se il sistema lo permette le potrei indicare, se mi comunica la sua residenza, il Centro più vicino a mia conoscenza.