adolescenza e rituali

    DOMANDA

    caro prof ho letto le sue interpretazioni sui rituali : secondo me si tratta di cose fisiologiche che hanno una funzione adattiva? Sono anche determinati dagli ormoni ?Ed è vero che possono durare anche un paio d’anni in pubertà o in adolescenza senza trasformarsi in malattia’ Grazie

    RISPOSTA

    Gentilissimo, l’ipotesi che i rituali siano generati da cause fisiologiche mi sembra difficilmente sostenibile. Fra le prove che depongono a favore di ipotesi alternative a quella fisiologica, ormonale si può citare il fatto che i comportamenti detti rituali sono presenti fin dai primi mesi di vita. Chi non ha mai visto un bambino che succhia il pollice mentre tiene un lembo di lenzuolo, un lobo dell’orecchio della madre, una stoffa come ad esempio nelle immagini di Linus? Il fatto poi che i rituali abbiano parallelamente una funzione “adattiva” mi trova completamente d’accordo: la coperta di Linus ha la funzione adattiva di infondere in Linus maggiore sicurezza, fiducia nell’affrontare la vita. I rituali che, come ho detto, sono evidenziabili fin dai primi mesi di vita, possono proseguire non solo per tutto il tempo dell’infanzia e della fanciullezza, fra i 2 e gli 11-12 anni. Ma anche durante la preadolescenza e l’adolescenza, fra i 12 e i 20 anni. Comportamenti rituali sono però evidenziabili per tutto il corso della vita: gli anziani, come noto, utilizano i rituali in diversi momenti della vita, soprattutto quando si avvicina o sembra imminente la morte. Tutto questo se ci limitiamo alle culture occidentali quali la nostra. Se estendiamo lo sguardo alle numerose culture che sono presenti in tutti gli angoli della terra, i rituali sono addirittura preminenti nella vita quotidiana degli esseri umani. A quanto pare, i riti aiutano la vita, soprattutto in noi umani che abbiamo la coscienza di quello che siamo e facciamo, di quello che ci capita. Tanti auguri per la sua vita e i suoi…, mi scusi, probabili rituali. Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    ESPERTO IN LINGUAGGIO E LETTURA NEI BAMBINI. Docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’Università di Firenze. Nato nel 1957 ad Addis Abeba (Etiopia), ha conseguito un dottorato in psicologia presso l’Università di Firenze. Si interessa soprattutto di sviluppo dei processi lessicali e di comprensione della lettura.
    Invia una domanda