DOMANDA
Buongiorno dottore sono una donna di 44 anni e non ho mai avuto contatti con il mondo della psichiatria. sono anni che soffro di stati d’ansia che periodicamente mi portano ad attacchi di panico. da svariato tempo poi, non mangio più delle cose per paura di essere allergica (mai stata allergica), non viaggio più in macchina da sola per paura, non volo. insomma mi sto creando sempre più limitazioni. ho preso una decisione molto importante che è quella di lasciare il mio amato lavoro, a causa dell’ambiente in cui vivevo e in cui catalizzavo le tensioni e i problemi di tutti essendo una responsabile di un settore. ero un punto di riferimento per tutti e a un certo punto non ho più retto.oggi (sono ben 2 gg che ho smesso) sono ancora tesa, ho ansia e anche pensieri brutti che mi spaventano e che non ho mai avuto. cosa mi succede? io sono una persona molto equilibrata e quadrata, cosa devo fare? sono molto disorientata, per me è tutto nuovo e ho paura. mi dia un consiglio perfavore. grazie
RISPOSTA
Cara signora, il primo consiglio che posso darle è di decidersi di parlarne con uno psichiatra. Cerco di spiegarle i vantaggi. Innanzitutto la possibilità di esporre le sue difficoltà in modo comprensibile e coerente ad uno specialista, l’aiuta a ordinare le sue idee. Può sembrarle banale, è invece il primo passo per identificare e separare singoli aspetti del suo problema. Con l’aiuto dello psichiatra potrà iniziare ad affrontare le difficoltà che stanno alla base del problema, che non sempre sono quelle più evidenti. Per esempio, lei parla di essere stata un punto di riferimento nel suo lavoro: a volte la necessità di farsi carico dei problemi altrui può essere un tratto di personalità da un lato apprezzabile e gratificante, dall’altro possibile fonte di stress e delusioni. Verificare questi ed altri aspetti (per esempio il peso di relazioni affettive) connessi con anni di ansia e fobie richiede una attenta valutazione psicopatolgica e una accurata diagnosi differenziale. Solo così sarà possibile valutare la modalità più appropriata di aiuto di cui ha bisogno, sul piano psicologico e/o farmacologico, se fosse necessario. Cerchi di vincere la naturale resistenza a chiedere un aiuto professionale.
Cordiali saluti
Dott. Renzo Rizzardo