Aggravamento depressione

    Pubblicato il: 29 Gennaio 2013 Aggiornato il: 29 Gennaio 2013

    DOMANDA

    Gentile Dottore
    Sono 65enne pensionato, single, sovrappeso, diabetico NIDDM, ipotiroideo, depresso (assumo da 10 anni circa una capsula da 75 mg.di Venlafaxina), iperteso, ipercolesterolemico: patologie sotto controllo farmacologico.
    Ormai sulla soglia dell’andropausa non traggo più beneficio dal farmaco suddetto dal momento che la mia qualità della vita si sta notevolmente e ulteriormente deteriorando anche a causa di una ossessiva quanto sterile attrazione per il sesso femminile.
    Per me l’innamoramento è sempre stato una velenosa e diabolica angoscia.
    Mai più vorrei incorrere nell’infernale incubo dell’ennesima perniciosa infatuazione unilaterale non corrisposta, costante della mia vita, soprattutto adesso che soffro da tempo di disfunzione erettile, e Viagra, Cialis, Caverject sono per me acqua fresca.
    Alla luce di tale quadro clinico che per Lei sarà senza dubbio molto più significativo ed esauriente di quanto io possa immaginare, La pregherei di volermi aiutare in maniera costruttiva indicandomi una terapia correttiva e quant’altro, adeguato alla mia situazione, da sottoporre al mio medico.
    Ringrazio fiducioso e distintamente saluto.

    RISPOSTA

    Mi rendo conto delle sue difficoltà. Sul piano farmacolgico la Venlafaxina potrebbe essere aumentata di dosaggio. Sul piano Psicologico potrebbe ricorrere ad una psicoterapia. Comunque per aiutarla nell’immediato riproduco di seguito una notizia del TG COM che potrebbe essere la base per un nuovo lavoro con sè stesso. Infatti noi siamo in grado di mettere a punto ed adoperare strumenti che migliorano la organizzazione della nostra mente.
    “C’è un modo semplice, efficace e alla portata di tutti per lottare contro la malinconia della vita quotidiana, specie in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando: rivolgersi a una banca molto particolare, a disposizione di ciascuno e con gli sportelli sempre aperti, 365 giorni l’anno. Potremmo chiamarla “Banca dei momenti felici”, un meccanismo mentale che consente di attingere alle residue risorse di felicità che ciascuno ha dentro di sé per merito dei suoi ricordi. Vi sembra puerile? Eppure c’è chi giura che funziona.
    La ricetta è suggerita dal prof. Piero De Giacomo, psichiatra dell’università’ di Bari, che ha messo a punto un “Modello pragmatico elementare” in grado di contrastare gli stati depressivi. “Per costruire una ‘Banca dei momenti felici”, spiega De Giacomo, “scorrete con la vostra mente lungo il corso della vostra vita ed individuate i ricordi più lieti: la nascita di un figlio, il momento in cui avete capito che lui o lei poteva avere attrazione per voi, le promozioni a scuola, nel lavoro, la guarigione dopo una malattia, la vincita in un concorso al gioco”. A quel punto, spiega, ” i momenti felici vanno messi in una sorta di banca”: quando siamo in uno stato di bisogno, con l’esercizio mentale si apre quella porta semplicemente pensando di farlo e dicendo a se stessi: “ora apro la porta della mia banca e tiro fuori il momento più felice’.
    Sono in molti a ricorrere a questa strategia mentale, ad esempio alcuni grandi sportivi che hanno subito incidenti gravi come Pistorius e Zanardi. Questi personaggi affrontano la loro vita combattendo le menomazioni fisiche. Allo stesso modo tutti noi possiamo e dobbiamo fare con le difficoltà quotidiane. Si tratta di mettere in gioco un processo mentale non molto diverso dal celebre meccanismo dei cani di Pavlov, spiega De Giacomo: “Nei cani la vista del cibo provocava salivazione, poi se si associava la vista del cibo a un suono bastava il suono stesso a fare salivare i cani anche senza cibo”. Insomma, allo stesso modo se noi associamo il costrutto “momento felice” ad un certo movimento del nostro corpo, si crea un riflesso, per cui compiere quel gesto apre la porta della “banca” e fa comparire il momento felice”.

    In sostanza lei potrebbe scrivere una lista di momenti felici. Dopodichè scegliere quelli in cui non si limita a ricordare ma in cui riesce a riviverli pienamente. Quando è riuscto a questa piena rievocazione fa un gesto tipo quello dell’OK stringendo le due dita fra loro . Deve ripetere questa procedura di associazione del ricordo e del gesto OK diverse volte finchè l’associazione non è sicura. Una volta che si è riusciti in questa operazione di associazione ricordo-gesto quando si sente triste o angosciato si fa il gesto dell’OK e questo evoca il ricordo felice e quindi provoca un cambiamento dello stato d’animo.Si tratta del cosiddetto “Ancoraggio” di Bandler e Grinder che si accorda con il concetto di interazione di certe funzioni della nostra mente secondo il Modello Pragmatico Elementare (Formula: F9||F5=F3).

    Cordiali saluti
    Piero De Giacomo
    www.pierodegiacomo.it