DOMANDA
Gentile dottore,ho 54 anni,senza grossi problemi di salute.
l’estate scorsa ho cominciato ad avere dolore al ginocchio sx sotto sforzo, passato con qualche tachipirina
Tre settimane fa il dolore si è ripresentato in forma sempre più forte, tanto da impedirmi di salire le scale e camminare senza zoppicare (tachipirina ininfluente),dolore forte anche a riposo, finché per un movimento brusco ho avvertito un dolore lancinante da non riuscire più ad appoggiare il piede a terra.
la lastra eseguita non ha evidenziato nulla.
Questo il referto della RMN:
“Esame caratterizzato de diffuso edema della spongiosa ossea del condilo femorale esterno,
a significato algodistrofico in esiti di recente trauma.
Non si apprezzano lesioni dei menischi,dei legamenti crociati e collaterali.
E’ presente discreta quota di versamento intra-articolare, associato ad edema della capsula articolare e dei tessuti molli adiacenti il condilo femorale esterno.
Tilt rotuleo esterno a livello dell’apparato estensore, senza significativi danni condrali”
La diagnosi dell’ortopedico è: “algodistrofia del condilo femorale esterno”e ha prescritto
cardioaspirina per 3 mesi
riposo funzionale senza carico podalico
magnetoterapia 6-8 ore/notte
visita centro medicina iperbarica per OTI
controllo clinico + RMN fra 3-4 mesi
Chiedo:
L’uso di stampelle consigliatomi va protratto fino al controllo?
OTI è veramente indicata?
Dovrei sentire un reumatologo?
La ringrazio per l’attenzione
RISPOSTA
La gestione terapeutica più adeguata e più efficace rispetto a ciò che la RMN evidenzia si basa sui trattamenti diversi da quelli che le sono stati prescritti. In particolare l’uso di bisfosfonati a dosaggi elevati e per via venosa sembra essere la terapia che raccoglie i migliori risultati nel più breve tempo.
La saluto codialmente.
MVarenna