DOMANDA
Buongiorno.
All’ottavo mese di gravidanza nel 2008 ho avuto l’algodistrofia bilaterale dell’anca, che mi è stata diagnosticata solo dopo il parto cesareo, quando ho potuto fare la risonanza magnetica.
Dapprima era interessata solo la gamba sinistra, ma in brevissimo tempo ha incominciato a farmi male anche la destra.
Inizialmente zoppicavo, nel giro di 3-4 settimane nn riuscivo più a camminare, con dolori fortissimi. La guarigione è iniziata dopo il parto (senza nessumna cura poichè allattavo)e per recuperare completamente sono serviti 5-6 mesi,usando le stampelle.
Sono guarita completamente, anche se tuttora se faccio sforzi o carico eccessivamente la gamba (ad esempio basta salire le scale facendo due gradini per volta) mi torna un po’ di dolore alle anche, che però sparisce nel giro di poche ore o con un po’ di riposo.
Ora sto affrontando la seconda gravidanza, sono al quarto mese. L’ortopedico che hai tempi mi aveva fatto la diagnosi di algodistrofia mi ha detto che era improbabile che tornasse con un’altra gravidanza, il ginecologo invece non si sente di escluderlo.
Secondo lei è possibile che mi torni? Soprattutto posso fare qualcosa per prevenirla?
Da qualche giorno sento un fastidio “pungente” all’anca sinistra, leggero certo, ma ormai conosco bene il tipo di dolore… è lo stesso che si ripresenta quando faccio sforzi, solo che questa volta sforzi non ne ho fatti e anche col riposo non passa.
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
RISPOSTA
La sindrome dell’edema midollare dell’anca (impropriamente definita algodistrofia) è un evento che può manifestarsi in corso del terzo trimestre di gravidanza. L’esatta incidenza non è conosciuta anche perchè in molti casi la corretta diagnosi non viene posta. Relativamente al suo quesito le posso rispondere sulla base di ciò che riporta la letteratura ovvero che tale patologia è più frequente con la prima gravidanza e che la seconda gravidanza è di solito esente da una recidiva. Il persistere della sintomatologia dolorosa è verosimilmente legata ad una guarigione avvenuta spontaneamente (e non a seguito di trattamento) e quindi a un recupero solo parziale dell’integrità del tessuto osseo.