DOMANDA
Buongiorno, sono a chiederLe consulto per mia suocera. La signora ha 65 anni e da più di 10 anni soffre di artrite reumatoide, che sta curando negli anni con svariate terapie. Da qualche mese ha sempre i piedi esageratamente gonfi ed è impossibilitata a camminare, in quanto in fase d’appoggio soffre molto. Ha fatto RM il cui referto riporta quanto segue “focolaio osteocondritico al domo astragalico, in sede mediana del massimo diametro di 7-8mm; piccolo focolaio di alterato segnale compatibile con isola di scalerosi ossea alla corticale del domo astragalico superomedialmente. Ridotto lo spessore delle cartilagini articolari tibio astragaliche. Ispessimento delle parti molli perimalleolari mediali e laterali per intenso edema, presente anche sul dorso del piede. Modesto versamento nell’articolazione tibio astragalica. Non alterazioni di segnale ai tendini e legamenti.” Successivamente la scintigrafia ha evidenziato “Modica iperattività in corrispondenza delle regioni tibio-tarsiche”
A giorni inizierà una terapia in ospedale di fisiologica 250ml+clodronato sodico 300mg per 6gg al mese per 3 mesi; inoltre da due anni sta facendo cura con enbrel.
Ritiene sufficiente quanto sta facendo e farà o suggerisce altro?
La ringrazio cordialmente per l’attenzione ed auguro buon lavoro
RISPOSTA
La terapia con clodronato che ho individuato come efficace più di 10 anni orsono nel trattamento della sindrome algodistrofica, non penso che trovi indicazione nel caso della signora in ragione del fatto che non sussistono criteri clinici e strumentali per confermare tale diagnosi.
In primo luogo, da ciò che lei mi riferisce, la tumefazione (edema) è bilaterale. In secondo luogo il riscontro alla RMN non è indicativo di un’algodistrofia quanto piuttosto ad una sofferenza dell’articolazione tibio-astragalica su base meccanica (artrosi? pregressa artrite?) e di una possibile evoluzione in senso osteonecrotico.
La scintigrafia inoltre si allinea a tale interpretazione confermando un impegno bilaterale del retropiede con un quadro che nulla ha a che vedere con una sindrome algodistrofica.
Non sono logicamente in grado di prescriverle in questa sede un trattamento alternativo.
Cordialità.
MVarenna