alopecia androgenetica

    DOMANDA

    Gentile Dott.ssa ho 30 anni compiuti e da circa 2, assumo regolarmente finasteride 1 mg per l’alopecia androgenetica. Quando sono tornato alla visita di controllo qualche gg fa, il dermatologo mi ha detto che rispetto a 2 anni fa, la situazione si è mantenuta stabile, senza peggioramenti, ma nemmeno miglioramenti. Le stempiature che avevo sono rimaste lì.
    Io ho la classica stempiatura, a dire il vero, ho sempre avuto l’attaccatura alta fin da piccolo,e il dermatologo mi prescrisse questa cura, perchè con la dermoscopia notò una miniaturizzazione. Mio padre, ha oltre 65 anni e i capelli li ha tutti (a parte l’attaccatura a m come me).
    Ho chiesto al dermatologo a questo punto se effettivamente il mantenimento della mia situazione fosse dovuto all’assunzione di propecia, e lui molto onestamente, non mi ha potuto dare la certezza assoluta. Gliel’ho chiesto perchè da quello che ho letto il propecia sulle stempiature e sui parietali in genere, fa poco e niente.

    Mi chiedo quindi se faccio bene ad assumere un farmaco senza sapere se oggettivamente sia utile o meno.
    Ho saputo che è disponibile un test genetico per capire il grado di rispondenza individuale relativamente alla finasteride, ma il mio dermatologo si è rivelato scettico sull’attendibilità.

    A quale età mi posso considerare un po’ più sereno circa il corso di questa malattia, nel senso sapere quando si sia per la maggioranza stabilizzata?

    Cosa mi consiglia?

    La ringrazio tanto.

    RISPOSTA

    Ritengo che se erano presenti i segni di una clvizie e lei non è peggiorato questo lo si deva al farmaco che è in grado prima di tutto di mantenere la situazione clinica del paziente ed evntualmente di migliorarla. Sulle stempiature l’unico farmaco che può dare dei risultai apprezzabili è la finasteride ma è anche vero che in quella zona la miniaturizzazione e la successiva perdita dei capelli è molto precoce e quindi difficilmente ricrescono. E’ infatti la zona che pur in terapia farmacologica viene più frequentemente trapiantata. Il test genetico serve nei casi clinici dubbi a convalidare la predispozione genetica del soggetto alla malattia e quindi a consigliare la terapia migliore
    Penso che si debba affidare al suo dermatologo e se è contento del risultato clinico a continuare la terapia

    Cordiali saluti

    Sandra Lorenzi

    Sandra Lorenzi

    ESPERTA IN PROBLEMI DEI CAPELLI E DEL CUOIO CAPELLUTO. Responsabile della sezione “micologia e patologia annessi cutanei” dell’Istituto dermatologico europeo di Milano. Nata a Cesena nel 1965, si è laureata in medicina nel 1993 all’Università di Bologna e si è specializzata in dermatologia nel 1998. La maggior parte della sua attività di ricerca è stata […]
    Invia una domanda