DOMANDA
Gentile Dottor Varenna,
in seguito a improvvisi e fortissimi dolori alle ginocchia, comparsi circa un mese fa, il 23 Febbraio ho effettuato una RMN miscolo-scheletrica, del cui referto riporto un breve estratto, praticamente identico per entrambe le ginocchia (reperti analoghi ma più accentuati nel ginocchio sinistro): “Sul versante articolare esterno è presente una lieve irregolarità dei profili articolari contrapposti del condilo femorale e dell’epifisi tibiale con presenza di piccola lesione scodelliforme osteocondrale del condilo femorale ed esteso edema della spongiosa dell’epifisi tibiale. Tali reperti, in assenza di eventi traumatici nella anamnesi, sono riferibili in prima ipotesi a marcata sofferenza osteocondrale. La notevole estensione dell’edema può far supporre la concomitanza di una alterazione ischemica di tipo algodistrofico”.
Ho 32 anni e da 17 assumo circa 32 grammi di cortone acetato al giorno in terapia ormonale sostitutiva (soffro di panipopituitarismo) e ho una storia familiare gravi problemi alle ginocchia (mia madre ha le protesi totali dall’età di 50 anni). Il radiologo, il fisiatra e il mio medico di base sono d’accordo nell’affermare che il problema sia strettamente legato all’assunzione di cortisone, ma non mi sono state proposte alternative se non quella di consultare il mio endocrinologo (sono in attesa di consulto) e di tenermi il dolore, insopportabile senza antinfiammatori ed esteso su tutta la gamba, fino all’inguine e certi giorni al collo del piede. Vorrei capire se esistono soluzioni al mio problema o se davvero sono destinata a un futuro nefasto come mi è stato fatto intendere.
RISPOSTA
Gentile sig.ra,
è verosimile che la terapia cortisonica abbia avuto un ruolo causale della patologia che mi descrive.
Ciò non toglie che l’edema midollare va trattato il più rapidamente ed efficacemente possibile nel tentativo di limitare i danni permanenti che possono derivare dall’ampliamento della lesione osteocondritica.
Cordialità.
MVarenna