DOMANDA
Buongiorno professore,
le racconto brevemente la mia storia. Cinque anni fa alcuni comportamenti di mia madre e soprattutto la difficoltà di ricordare determinate parole mi ha insospettita. Così ho iniziato con le indagini. Il primo neurologo che l’ha vista le disse “non si preoccupi signora, la parola le tornerà “. Delusa dalla visita e dalla risposta sono passata al secondo specialista che le ha fatto fare test neuropsicologici e Pet. Diagnosi Afasia primaria progressiva.
Le ha prescritto Ebixa e dopo il percorso dei primo mesi adesso siamo a due compresse al giorno. Sono passata poi ad un terzo specialista che le ha fatto fare una rachicentesi che ha dato l’esito molto duro da digerire, di Alzheimer, ed ha integrato la cura con un cerotto del quale adesso non ricordo il nome. Pensa che ci potrebbe essere qualcosa in più da fare? Ho letto che la cannabis ha dato dei risultati. È possibile sapere se in Italia viene prescritta e a chi dobbiamo rivolgerci? Mia madre prende anche pasticche per la pressione,e per il colesterolo che, come quello di sua mamma, è sempre stato alto. Pensa che stress dato da una vita di lavoro intenso, figlia tossicodipendente e marito assente e depressione (mai manifestata esternamente) possano avere influito?
Grazie mille per la risposta.
RISPOSTA
il cerotto che le ha prescritto è sicuramente rivastigmina e in questo momento le due terapie sono il massimo che possiamo fare per RALLENTARE il corso della malattia
Lo stress passato può avere avuto un’ influenza forse minima, ma la malattia sarebbe comparsa comunque prima o poi
La cannabis ha molte azioni neurochimiche ma per il momento non esiste nessuna indicazione che serva nel trattamento della malattia di Alzheimer