DOMANDA
Buonasera!
Sono una ragazza di diciotto anni con la distrofia muscolare che frequenta un liceo gestito da un ordine di preti.
Io per motivi motori mi fermo a studiare a scuola a studiare fino alle 17. Quando non ho molto da fare, vado a chiacchierare da un don che ha solo 20 anni in più di me e ha la sclerosi multipla. A lui do del lei per rispetto ma parliamo un po’ di tutto di crescita personale e poi anche dei nostri problemi fisici e avevamo stabilito di condividere i nostri problemi.
Ora lui ha avuto un attacco di sclerosi multipla, ha fatto per una settimana ogni giorno flebo di durata tre ore e ancora adesso non riesce a muovere un braccio e non riesce a scrivere.
A me piacerebbe tantissimo stargli vicino, anche perché sono l’unica a cui ha detto delle flebo, solo che non so come stargli vicino…come fare? Cosa fare?
Ciò se gli chiedo come va mi dice agli attacchi bisogna reagire e così non ti permette tanto di stargli vicino. Come posso fare?
e se parla dei nostri problemi fisici sono sfuggente perché ho paura e vorrei sconfiggere questa paura e dialogare con lui con libertà…come posso fare?
RISPOSTA
Penso che, per ora, sia giusto rispettare la modalità’ con la quale lui le chiede di comunicare. Si può’ comunicare anche con il silenzio e con uno sguardo amico e affettuoso. Ii tempo le suggerirà’ quale sistema vi consentirà’ di comunicare più’ avanti. Il silenzio e gli sguardi sono infatti una forte comunicazione, spesso maggiore delle parole : inoltre il comprendere che lui ha bisogno di reagire in tal modo, quello da lui desiderato, indica’ già un segno di condivisione e complicità, anche se lei vorrebbe usare un modo più’ tradizionale e verbale.
Buone cose …
roberto.pani@okeysalute.it