DOMANDA
Buongiorno Dott.ssa,
Da qualche mese mi sono innamorata di un uomo mio coetaneo, 38 anni. Purtroppo lui non ha mai voluto relazioni e me l’ha detto dal principio. A me però piaceva talmente tanto che ho sperato potesse cambiare idea. Poi lui mi ha detto che frequentava una persona, ma piuttosto che perderlo ho deciso di accettare anche questo. Ho sofferto tantissimo per lui e ho deciso di tagliare completamente i ponti per dimenticarlo, ma non ci riesco. A volte piango per giorni interi e a volte il suo pensiero mi impedisce di concentrarmi sul lavoro o addirittura di divertirmi con le amiche. Non so cosa fare, perché è come se non riuscissi ad accettare la realtà… Sto iniziando a pensare che sia un problema ‘grave’.
RISPOSTA
Carissima,
capisco che si trova incastrata in una situazione che non le permette di procedere e di costruire una sua vita sentimentale.
Non mi fornisce elementi per sapere se lei ha già avuto delle storie importanti e come sono finite. Certo è che il fatto di non sapere accettare, dopo una prima fase di normale frustrazione, che l’Altro non voglia stabilire una relazione con lei fa sorgere il dubbio che questo “accanimento” nel dolore possa essere funzionale a qualcosa. Mi spiego meglio: a volte insistere troppo su qualcosa che non è possibile può servire a non affrontare una realtà fatta per esempio di esplorazione, sperimentazione, gioie e delusioni A volte permanere in un sogno irrealizzabile può nascondere la paura di non sentirsi adeguati in un’eventuale relazione reale “in carne e ossa”. Non so se è o no il suo caso, ma sicuramente questo permanere nel dolore di un rifiuto fa intravedere qualche altra difficoltà che forse andrebbe approfondita. Anche questo pianto che ogni tanto sopraggiunge fa pensare a un dolore forse più “antico”.
Provi a fare qualcosa di diverso o a frequentare ambienti nuovi in cui può conoscere altra gente (non solo uomini) ed esplorare. Se però non ci riesce perche questa tristezza prende il sopravvento, allora sarebbe utile a mio parere fare un colloquio con uno psicologo che l’aiuti a focalizzare meglio dove sta il problema e cosa c’è dietro questo blocco che le sottrae energie impedendole di procedere nella sua Vita. A volte non serve una psicoterapia, ma serve di essere aiutati a leggere meglio quanto da soli non si riesce a leggere. Questo malessere legato a questa esperienza potrebbe, con un piccolo aiuto, a trasformarsi in un’opportunità per comprendere meglio se stessa.
Un caro saluto
Rosanna Schiralli