DOMANDA
Gentile dottore,
sono una ragazza di 30 anni,e dalla prima infanzia soffro di una grave forma di ansia e panico. Sono cresciuta così, senza amicizie, senza sogni, con una famiglia molto violenta. Desideravo solo morire, talmente erano invalidanti i sintomi dell’ansia. A 18 anni i miei mi impongono un percorso universitario per insegnare, continuo a stare molto male, fino a quando, tre anni fa decido di contattare uno specialista, assumo dei farmaci, e devo dire mi sento meglio. Purtroppo mi sento un po’ giù perché vedo le mie amiche che hanno già tutto, un lavoro, marito, figli, mentre io niente, inoltre i miei mi continuano ad offendere che dovrei insegnare, poiché è un lavoro sicuro, ma io ho troppa ansia a fare quel lavoro, mentre sto facendo colloqui per lavorare come assistenza e compagnia anziani, e in ambito informatico, lo so, non è un lavoro sicuro, ma almeno sono serena.
Secondo lei è tardi per realizzare i miei sogni? La prego, mi dia un consiglio, anche le mie amiche, compagne di università, dicono che non capisco niente, perché non voglio insegnare, ma non capiscono che io purtroppo ho questo carattere.
Distinti saluti
RISPOSTA
Innanzitutto lei è fortunata, per certi aspetti, perchè ha chiaro ciò che non vuol fare e ciò che vorrebbe fare. Mi meraviglio che ci sia ancora qualcuno che consideri possa esistere un lavoro “sicuro”: a prescindere se sia un bene o un male, oggi il lavoro sicuro è un sogno quasi utopico.
La cosa importante è che lei oggi è in grado di decidere per la sua vita, la realizzazione del suo progetto dipende solo da lei. Se lo vuole, lo fa, e ha le forze per farlo. Ormai è matura per rendersi indipendente dagli altri e seguire la sua strada: non ha niente da invidiare a nessuno, se fa quello che vuole. Ha anche capito che la bontà delle scelte si manifesta nella serenità che le accompagna. Al massimo, strada facendo può aggiustare i suoi desideri alle effettive possibilità che incontra, ma si tratta di mantenere distinto ciò che è un mezzo, un passaggio intermedio, da ciò che è il fine, che è tutto e solo suo.