Ansia ed altro

    DOMANDA

    Gentile D.ssa, ho 53 anni, nel febbraio del 2008 sono stato sottoposto ad un duplice intervento (anestesia generale) all’occhio sinistro (tentativo non riuscito di frenare un’emorragia al vitreo e conseguente vitrectomia) presso l’Ospedale Maggiore di Bologna. Due anni prima avevo subito altri tre interventi (vitrectomia OD e sostituzione cristallini entrambi gli occhi). Un calvario, insomma. La convalescenza, in attesa dei periodici controlli, l’ho trascorsa dai miei figli, che studiano a Milano. Il tutto (stress, cortisonici, antibiotici etc) mi hanno procurato un’insonnia durata quasi 18 giorni. Pensavo d’impazzire. Molto opportunamente, mia moglie ha deciso di rivolgersi al pronto soccorso del San Raffaele dove ho avuto la fortuna di essere visitato dal Dr. Marco Catalano, che mi ha tranquillizzato, dandomi ottimi consigli e, cosa non secondaria, mi ha prescritto una cura grazie alla quale ho recuperato sonno e fiducia. E’ stato un vero galantuomo, ha mostrato una sensibilità vera, lontana dalla pietas di facciata, sapendo non urtare la dignità di chi, specie in quel frangente, non è in grado di compiere delle scelte ottimali. Attraverso la sua persona vorrei ringraziare di cuore il Dott. Catalano. Il problema vero, però, sta nel fatto che soffro d’ansia, con periodiche ma brevi depressioni, dall’età di 14 anni. Ansie improvvise, forti, strane, dense di angosce apparentemente immotivate. Prima e dopo gli esami universitari stavo veramente male, anche se non sempre. Ma ora, quasi ipovedente, sto male. La cura che prima mi aveva aiutato (Efexor37,5 1 cpr. al mattino- Gabapentin 300mg per 2 volte al di- Seroquel ½ cpr. da 25 mg. la sera- 10 gocce di Xanax mattino e sera) ora ha perso la sua efficacia, forse perché si insinuata la paura di divenirne dipendente in forma definitiva. Vorrei tanto poter viaggiare come fanno tutti gli altri, vivere senza l’ansia che il panico è dietro l’angolo. Purtroppo, dove io vivo non esiste un buon centro di Psichiatria Locride). Lo psichiatra che mi cura è convinto che io mio un disturbo dell’umore non grave e punta quasi tutto sui farmaci e poco sull’approccio psicoterapeutico. Cosa fare? Fra poco i miei figli si laureano, e invece di pensare ai sacrifici fatti da tutti noi, io vengo aggredito dall’ansia del viaggio.

    Un caro saluto, Vincenzo
    N.B.: Scusi eventuali errori battitura, ci vedo poco e male, purtroppo.

    RISPOSTA

    Innanzitutto sarà mia cura riferire le parole di apprezzamento per la professionalità del dott. Catalano.
    Sinceramente non condivido le scelte farmacologiche nell’ipotesi diagnostica che lei soffra di un disturbo di panico con agorafobia, ma va detto che in poche righe non si esurisce una anamnesi completa che invece legiustificherebbe..
    il problema delle terapie con psicofarmaci è che alcuni di questi (Benzodiazepine) danno dipendenza e assuefazione ed è questo il motivo per il quale ne viene limitata l’assunzione a periodi brevi con obiettivi ben determinati. Altri farmaci però devono essere considerati come ad es. gli antiipertensivi: se si interrrompe la cura ricompare la patologia e i suoi sintomi..
    Credo che nel caso suo una più appropriata terapia antipanico l’aiuterebbe ad affrontare il viaggio e penso che se nella sua città non è possibile fare interventi di terapia comportamentale per risolvere l’agorafobia, si potrebbe programmare un ricovero riabilitativo in strutture dove farla intensivamente nell’arco di 3/4 settimane
    Un coridsle saluto
    Laura Bellodi