anticorpi irregolari antieritrocitari antiE

    Pubblicato il: 28 Marzo 2012 Aggiornato il: 28 Marzo 2012

    DOMANDA

    Gent.Dott., il mese scorso,a seguito di una donazione di sangue,ho ricevuto la seguente segnalazione: “presenza di anticorpi irregolari antieritrocitari antiE da tenere in considerazione in caso di trasfusione con globuli rossi o in caso di gravidanza”.
    Premesso che ho quarant’anni e che alla nascita del mio primo figlio non mi è stato segnalato nulla, mentre per il secondo è stata effettivamente rilevata un’incompatibilità sanguigna (senza conseguenze, secondo quanto mi è stato riferito alla sua nascita),avrei necessità di chiarimento a riguardo dei seguenti punti, rispetto ai quali il mio medico di base mi ha detto di non essere in grado di rispondere:
    1. quali sono i rischi che correrei in caso di trasfusione? Ci sono precauzioni specifiche che dovrei adottare?
    2. Non ho in programma di avere altri figli, ma se invece ne volessi?
    3. I miei due primi figli possono aver tratto da me durante la gravidanza l’anomalia?
    4. L’irregolarità del mio sangue, che se capisco bene sarebbe privo di anticorpi E, potrebbe essere genetica? è opportuno che io allerti i miei famigliari perché si sottopongano a esami specifici?
    5. Al di là dei rischi da trasfusione, possono esserci conseguenze sulla mia salute o su quella dei miei parenti?
    Grazie molte in anticipo per la risposta

    RISPOSTA

    1. I rischi sono quelli di una reazione trasfusionale. Nulla di grave, ma se le trasfondessero emazie (globuli rossi) omologhe (di un donatore) inadeguate, potrebbe avere qualche problema. Dunque, in caso di necessità di trasfusione, sarebbe bene riportare tale dato.
    2. Non credo ci sia alcun problema. Nel caso, comunque, può essere utile sentire il parere di un immunoematologo (che di norma lavorano nei Centri Trasfusionali)
    3. Lo escludo. Non è un’anomalie. E’ solo la presenza di anticorpi anti-E
    4. No. Non è genetica. Non è una privazione ma una presenza di anticorpi anomali.
    5. Nessun rischio nè per lei nè per i suoi famigliari.

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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