DOMANDA
Caro Dott. Migliaccio ho letto proprio poco fa un’articolo che tratta un tema per me sottovaluto, ovvero quello dell’apnea diurna, conseguenza di un diaframma costantemente retratto e del connettivo che progressivamente lo imprigiona e ne limita il movimento fisiologico, modificano la postura comportando o comunque alimentando periartriti, cervicalgie, lombalgie etc.
Noi viviamo grazie al respiro, ma spesso pare che ci dimentichiamo di farlo, e questo può avere delle conseguenze sulla quantità di energia vitale disponibile.
Le chiedo se il nuoto possa, più di qualsiasi altra attività motoria, migliorare la funzionalità dei muscoli respiratori e permetterci di acquisire una maggiore coscienza del nostro respiro. E mi piacerebbe sapere se è mai stato fatto un confronto tra l’attività EMG dei muscoli respiratori di un nuotatore e quella per esempio di un runner. La ringrazio per l’attenzione. Saluti
RISPOSTA
Gentile lettore, il respiro è un essenziale bisogno fisiologico e, come ha effettivamente constatato, molte volte ne trascuriamo l’importanza “dimenticandoci di respirare”, anche con apnee diurne inconsapevoli, o meno.
Le consiglierei comunque di verificare ed escludere a priori qualsiasi causa di apnea ostruttiva con una visita medica specialistica. Se questo non fosse un problema allora potremmo concentrarci sulle attività respiratorie da effettuarsi come esercizio educativo alla respirazione.
Consideri che oltre al diaframma vengono coinvolti nella respirazione (inspirazione ed espirazione) un grande numero di muscoli respiratori collegati al movimento. Questi muscoli potrebbero avere tensioni e non contrarsi-decontrarsi in maniera efficace, andrebbe verificato.
Il caso che lei cita del nuoto è effettivamente un metodo che viene consigliato per la coordinazione respiratoria. Il nuoto infatti è l’unico sport che non adotta la respirazione “spontanea” legata ad automatismi fisiologici innati. Significa che in acqua, dorso escluso, sarà lei a dover “forzare” l’espirazione con la testa immersa e quindi inspirare nel breve tratto nel quale la testa sarà emersa. Questo ciclo di respirazione, abbastanza difficoltoso per chi deve imparare a nuotare, è un ottimo esercizio per i muscoli respiratori perchè, oltre a dover espirare in momenti precisi e ciclici, si dovrà praticare una certa forza perchè l’aria espirata dovrà vincere la forza dell’acqua. Per quanto riguarda il confronto di emg tra runners e swimmers non ho trovato letteratura scientifica che possa essere di aiuto mentre numerosi studi, soprattutto per il Triathlon, sono stati effettuati su questo argomento con le comparazioni tra i tre diversi sport ciclici, nuoto-corsa-bici.