appuntamento per eeg

    Pubblicato il: 12 Giugno 2010 Aggiornato il: 12 Giugno 2010

    DOMANDA

    Buonsera dottore, La contatto per mia figlia 5 anni. Da Luglio scorso segue terapia con Depakin che inizialmente ha dato ottimi risultati mentre da gennaio le cose non vanno bene di nuovo in quanto ha spesso sensazioni mancanza di equilibrio associati a cadute fortunatamente non sempre. Il neurologo, contattato telefonicamente ha inizialmente aumentato il medicinale portandolo da una concentrazione da 40 a 78.5 (con dose corrispondente di 250+250), ricontattato considerato il ripresentarsi dei predetti episodi ci ha dato appuntamento per un nuovo eeg il 19/07 ovvero fra più di un mese dopodichè valuterà una cura con nuovo medicinale. Capirà che questa situazione per noi non è sostenibile in quanto la bambina ha interrotto la frequentazione della scuola materna, per ovvi motivi e il ripresentarsi delle situazione ci limita molto nella quotidianità. La domanda è se è normale dover stare a guardare e non avere un appoggio un pò più presente da parte di questo medico. Grazie, scusi, saluti

    RISPOSTA

    Mi è difficile risponderle perchè la sua domanda è solo marginalmente medica: lo è per quanto riguarda la presenza di un’affezione neurologica e la sua gestione (e su questo non mi posso pronunciare non conoscendo la tipologia del quadro specifico, ma solo il dato che non c’è controllo terapeutico); ma non lo è per quanto riguarda i tempi di attesa. Mi spiego meglio: l’EEG può essere eseguito in diverse maniere ( da sveglio, in sonno, con registrazioni prolungate anche per giorni, come Holter EEG ecc); ciascuna di queste modalità ha dei tempi di esecuzione propri, condizionati anche dall’età della persona e quindi dalla collaborazione che ci si può attendere. In più esiste una reale difficoltà organizzativa (sa bene che la Sanità in generale è oberata di tagli su tutto) che può sfociare anche in carenza di personale addetto e quindi in un allungamento dei tempi di attesa. Se, come lei osserva, il quadro clinico incide in modo rilevante con la vita quotidiana di sua figlia, la inviterei a chiedere chiarimenti al neurologo che la segue,magari specificando il più possibile questi aspetti, in modo da capire se cìè una reale urgenza clinica oppure se ci si scontra con le sempre legittime ansie genitoriali