attacchi di panico: quale psicoterapia?

    Pubblicato il: 25 Novembre 2010 Aggiornato il: 25 Novembre 2010

    DOMANDA

    Gentilissimo Dottor Brasini,

    mi chiamo Giacomo e scrivo dalla provincia di Verona. Vorrei chiederLe gentilmente un consiglio riguardo il percorso più efficace da intraprendere riguardo un disturbo d’attacchi di panico con agorafobia piuttosto severo. Documentandomi sul web e non solo, ho notato che 2 sono le terapie consigliate: la cognitivo-comportamentale e la breve-strategica. Per quel poco che sono riuscito a capire mi sembrano uguali anche se ovviamente le differenze ci saranno, e dal momento che sarebbe la prima volta che inizio un percorso di psicoterapia avrei piacere, in base alla Sua ferrata esperienza sul campo, se Lei gentilmente mi potesse orientare verso la scelta migliore per il mio caso. Premetto che stò seguendo pure una cura farmacologica a base di Zoloft e Xanax ma i risultati latitano per non dire che sono nulli. E da quando è cominciato questo inferno, circa un anno, ho consultato non uno bensì 3 psichiatri ma ripeto, risultati minimi.

    La saluto e La ringrazio.

    RISPOSTA

    Caro Giacomo,

    secondo le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la cura di elezione per gli Attacchi di Panico con Agorafobia prevede farmaci e psicoterapia cognitivo-comportamentale.

    Questo, semplicemente perché solo questo tipo di psicoterapia ha fornito prove basate su studi clinici sull’efficacia; cioé, è possibile che altri tipi di psicoterapia siano altrettanto efficaci o anche migliori, solo che non hanno prodotto prove a sostegno, mentre la terapia cognitivo-comportamentale sì. Per il resto, il mondo delle psicoterapie è ancora molto frammentario ed incerto.

    Non sottovaluti neppure l’importanza del “fattore umano: le cure psicologiche non sono pillole, e funzionano solo se si stabilisce una relazione positiva tra terapeuta e paziente; pertanto, secondo me le conviene scegliere una persona con cui si trova bene, e poi stabilizzarsi, anziché passare da uno specialista all’altro. Cambiare 3 psichiatri in un anno riduce di molto le possibilità di ottenere qualche risultato!