Bambino che per valutazione sbagliata non nascerà

    Pubblicato il: 17 Settembre 2010 Aggiornato il: 17 Settembre 2010

    DOMANDA

    Buonasera sono una mamma di 44 anni con bimbo di 7 anni avuto dopo 2 aborti di poche settimane e un aborto alla 20 sett..Il 18 luglio data della mia ultima mestruazione sono casualmente rimasta incinta(anche perchè per rimanere incinta le volte precedenti ho fatto uso di ormoni).Immagini la contentezza di me e mio marito quindi il 31 faccio la prima visita e mi viene detto che è un uovo bianco e quindi ancora qualche settimana e lo avrei perso naturalmente. Iniziano le prime perdite e la mia ginecologa mi dice di fare piu’ fatica possibile cosi’ lo avrei perso(per le altre gravidanze ho sempre fatto uso di progesterone ma non questa volta perchè era un uovo bianco).Inizia la minaccia di aborto vado a lavorare devo fare piu’ fatica possibile (per una che le gravidanze le ha sempre passate a letto)ma devo perderlo e quindi vado avanti.11 settembre faccio un ecografia e si è presentato il battito con feto ma l’aborto stava andando avanti e dopo 2 ore l’ho perso.Mi aiuti a capire grazie

    RISPOSTA

    Le emozioni nascono dalle interpretazioni che diamo agli eventi e si collegano con i nostri obiettivi di vita. Percepire che un obiettivo che ci sta a cuore ci è precluso genera rabbia o colpa, talvolta vergogna. Riconoscere che alla base di questo ‘ostacolo nel raggiungere ciò a cui si tiene’ ci sono azioni che noi e/o altri hanno svolto od omesso determina ulteriori emozioni.

    Lei si trova in una situazione difficile e di dubbio.

    Ogni perdita (l’aborto lo è) genera difficoltà sul piano psicologico. La normale scansione si articola in tre fasi: incredulità, rabbia, risoluzione. Difficile stabilire i tempi e l’intensità di questi momenti. L’indicazione è quella di accettarli e accettarsi, ma anche di gestirli nell’ottica di accrescere il benessere proprio e di chi ci sta attorno.

    Il dubbio che mi è sembrato rendere vischioso il suo vissuto riguarda le azioni intraprese da lei e dalla sua ginecologa. Sapremo mai se sono la causa di quanto è accaduto ? Ciò che si può sapere e ‘come ci sentiamo’ davanti a tutto ciò.

    La invito quindi caldamente a ‘riposare’ dal punto di vista psicologico e – in questa fase – a interrogarsi sulle emozioni che prova (a) verso di sé, (b) come donna e mamma, (c) verso la ginecologa.

    Non abbia paura di sentire emozioni che non vorrebbe provare o di esprimerle (con i familiari o alla presenza di un esperto). Come il nostro corpo espelle sudore e altri liquidi organici sia in situazioni naturali (urine, feci…) che in stati problematici (espettorato,…) così anche la psiche deve ‘sfogarsi’.

    Fatto questo lavoro ’emotivo’, tornerei a quello ‘sui pensieri’ e ‘progettuale’ …

    Ciò che ha passato non è da poco e credo che le sue emozioni ‘elaborate’ la spingeranno – le auguro presto – a rimettersi in gioco per ritrovarsi ‘diversa’ nel modo che avrà di atteggiarsi e nelle scelte che farà.