Betabloccanti prenderli o non prenderli

    Pubblicato il: 22 Luglio 2021 Aggiornato il: 22 Luglio 2021

    DOMANDA

    Buongiorno ogni tanto ho episodi di pulsazioni alte 105/107. Il medico mi ha fatto fare nel passato ecg ecocardiogramma tiroide e a parte ad un prolasso lieve e lieve insufficienza della valvola mitralica e lieve insufficienza tricuspidaria di grado lieve non è emerso nulla. In occasione di un controllo medico e su mia segnalazione dove ho riferito che ogni tanto misurando la pressione 110/70 rilevavo il battito a 105 ha deciso di farmi ripetere ecg ed ecocardio cuore. Ecg normale e eco cardiaco minimo prolasso mitralica, insufficienza mitralica di grado lieve e insufficienza tricuspidale di grado minimo. In questa occasione lo specialista mi ha detto che a parte i controlli periodici ogni 4 anni lui prenderebbe il betabloccante. Ha affermato che sono in una condizione che posso scegliere se farlo o non farlo. La mia domanda è questa io non posso scegliere se fare o non fare ho bisogno di capire… se lo prendo le mie valvole possono trarne beneficio.. le punte di battito accellerato sono legate al prolasso? È meglio prevenire con il betabloccante oppure posso veramente aspettare?? Grazie la sospensione decisionale non mi piace. Grazie e cordiali saluti

    RISPOSTA

    Il beta-bloccante  non “cura” il prolasso e non ha effetti specifici sulle valvole ma da ciò che lei descrive avrebbe il solo scopo di attenuare le fasi di accelerazione del battito cardiaco. Un farmaco pertanto a scopo puramente sintomatico. Peraltro da ciò che lei riporta non sono state documentate in passato  specifiche aritmie.  La “scelta” deriva da quanto i sintomi sono soggettivamente rilevanti: se i sintomi sono rari, brevi e non particolarmente invalidanti e’ probabile che il farmaco non abbia indicazione. Se invece fossero frequenti (quotidiani o pluriquotidiani), prolungati (minuti-ore) ed invalidanti,  allora il farmaco potrebbe avere uno spazio. Tenga conto che pur essendo farmaci generalmente ben tollerati come tutti i farmaci possono indurre affaticabilita o riduzione delle pressione arteriosa. Anche ciò andrebbe bilanciato. Ne parli con il suo medico di famiglia e corregga,  ove presenti,  componenti che possono accelerare il battito come teina, caffeina, nicotina, sovrappeso o inattività fisica.
    Gianfranco Sinagra

    Gianfranco Sinagra

    Professore di malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università degli Studi di Trieste. Nato a Palermo nel 1964, si è laureato all’Università degli Studi di Palermo e si è specializzato in cardiologia all’Università degli Studi di Trieste. Dirige la struttura complessa di cardiologia, il dipartimento cardiovascolare e la scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare agli Ospedali Riuniti […]
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