DOMANDA
Gentile dottor Andrea Vania.
siamo una famiglia di Torino e abbiamo una figlia che tra 2 settimane compie 2 anni. da quando ha smesso di essere allattata (a 6 mesi) ha iniziato a fare problemi con il cibo. Inizialmente mangiava le pappette guardando i cartoni animati, poi, a un anno, quando i cartoni non la interessavano più, ha iniziato a rifiutare le pappette e fino a 4 mesi fa mangiava solo latte al biberon con biscotti, crema di riso, crema di verdure, ecc. Dopo un’infiammazione alla gola, ha smesso di mangiare anche il latte e da allora le uniche cose che mangia ogni giorno sono qualche crecker, 3 piccoli actimel e qualche biscotto. Non vuole vedere ne provare altro (niente pasta, verdura, frutta, carne, uova, pesce, frullati, té, latte, ecc.). Ha la stipsi cronica da un anno. Abbiamo contattato tantissimi specialisti e nessuno ha saputo aiutarci. Siamo veramente disperati e non sappiamo più a chi rivolgerci.
Cordiali saluti
Sara e Alberto
RISPOSTA
Cari genitori,
non so se sono in grado di aiutarvi così a distanza, ma comunque proviamoci…
Mi dite che per il problema di cui mi parlate avete già contattato molti specialisti, per cui immagino che tutte le cause più comuni (come infezioni delle vie urinarie, allergie, intolleranze, celiachia, ecc.) siano già state indagate.
Peraltro, non mi date alcuna informazione sulla crescita di vostra figlia, per cui ragionerò un po’ alla cieca…
E’ possibile che si tratti di un problema non organico, bensì psicologico? A volte succede, anche nei bambini così piccoli, e degli esperti in psicologia infantile, meglio ancora se sub- o super-specializzati in problemi alimentari potrebbero aiutarvi a indagare e capire meglio questi aspetti.
Certamente, escludendo problemi organici e al di là di possibili problemi psicologici importanti, vi è senz’altro un disturbo della relazione col cibo, e il modo migliore di affrontarlo, anche se duro da sopportare per dei genitori in ansia quali voi a ragione siete, è di stabilire chiare regole e fare in modo che la vostra bimba si adatti.
Nella pratica ciò significa porre dei paletti forti e non cedere, facendo fronte alla pena che questo vi può scatenare…
Mi spiego meglio: ci sono due possibili strade ma entrambe presuppongono una notevole rigidità che si contrapponga a quella mostrata da vostra figlia. La prima strada è di mantenere i pasti ad orari fissi, preparando esclusivamente quello che ritenete essere la corretta alimentazione per lei: se mangia bene, altrimenti salterà il pasto e si andrà al successivo. La seconda è di attendere che sia lei a richiedere di mangiare, e a quel punto offrirle non quel che vuole, ma solo quello che – a seconda del momento della giornata – ritenete sarebbe il pasto più corretto (dunque la colazione, se siamo vicini a quell’orario, il pranzo se vicini a mezzogiorno, ecc.).
Mi rendo conto, come ho già detto, che entrambe le soluzioni saranno dure e penose per voi, e soprattutto difficili da mantenere per il tempo necessario a che vostra figlia capisca che state facendo sul serio, ma se di braccio di ferro si tratta, che braccio di ferro sia.
Giova ripetervi, in ogni caso, che queste strade sono percorribili solo una volta escluse almeno tre cose: un fatto organico, un problema psicologico maggiore, un arresto d’accrescimento.
Quanto alla stipsi cronica, se non ha a che vedere con patologie organiche, mi pare l’ultimo dei problemi, e ampiamente spiegabile dall’alimentazione attuale, del tutto limitata in quantità e varietà e mancante di fibre, abbondante acqua, ecc… tutti fattori indispensabili al corretto funzionamento dell’intestino.
Vi sarò grato se vorrete tenermi informato.
In bocca al lupo,
cordialmente,
Prof. Andrea Vania – Pediatra Nutrizionista