DOMANDA
Buongiorno Dott.essa,
mia figlia ha ricorrenti episodi di bronchite con broncospasmi. Da ottobre ad oggi ha dovuto prendere l’antibiotico già 4 volte e per lunghi periodi.
Bastano tre/quattro giorni alla scuola materna per riammalarsi. Per cui la bambina è praticamente sempre a casa e non riusciamo a farle avere una normale vita sociale.
Quest’ultimo episodio in corso ad esempio è cominciato con un po’ di tosse e, nonostante preventivamente abbiamo scelto di tenerla a casa, è sfociato anche in bronchite con annesso broncospasmo.
I precedenti episodi sono stati curati con veclam e aerosol con forbest (12 gocce) e broncovaleas (6 gocce) più 20 ml di fisiologica. In quest’ultimo caso il pediatra di famiglia ha scelto di cambiare antibiotico, scegliendo il Neoduplamox, e continuare con l’aerosol. Abbiamo fatto le prove allergiche cutanee sia alla polvere, acari che alimentari, ma sono risultati tutti negativi.
Il pediatra ci ha detto di voler terminare la cura con l’antibiotico e poi farci fare la tipizzazione dei linfociti.
Dottoressa, lei cosa ci consiglia?
La ringrazio anticipatamente.
RISPOSTA
Cara mamma, circa 1 bambino su 2, entro i 6 anni di vita, ha presentato almeno un episodio di “fatica a respirare” durante le infezioni, quello che generalmente, ma non correttamente, viene chiamato broncospasmo o bronchite asmatica.
Spesso questi bambini non sono allergici, né asmatici e le acuzie respiratorie sono legate al catarro che scende dalle alte vie aeree (naso) e va ad ingombrare le vie aeree più basse (bronchi e bronchioli).
La frequenza della comunità, soprattutto al primo anno, favorisce le infezioni e quindi la discesa del catarro da naso a bronchi.
E’ fondamentale, oltre alla cura degli episodi acuti (nell’aerosol la fisiologica va usata alla dose di 2-3 ml e non 20 ml!) avere un’igiene nasale regolare e quotidiana con soluzione fisiologica, mattino e sera, anche in benessere. Il tempo e la crescita della bambina faranno poi il loro corso nel migliorare i sintomi.
Non consiglio, nel suo caso, ulteriori indagini immunologhe. Quando un bambino si ammala in inverno all’inizio della frequenza della comunità ed è stato bene nei primi anni di vita, sta bene in estate, gli episodi acuti sono curati a domicilio e non richiedono l’ospedalizzazione, non vi è alcun motivo per pensare ad un deficit immunologico.
Cordialmente.
M.F.Patria