DOMANDA
Gentile professore,
Le scrivo perché a seguito della lettura del Suo libro “Vulvo vaginiti e vaginosi” mi sono recata presso gli ambulatori di Pordenone ad eseguire un tampone vaginale (manifestavo bruciori, leucorrea e dovevo valutare se era ancora presente la candita), da cui è emerso positività all’ Ureaplasma parvum ed un ph di 4,4. Purtroppo il ginecologo ed il medico di base continuano a prescrivermi l’antibiotico e non seguono i suggerimenti di trattamento indicati nel referto del laboratorio, ovvero di usare lattobacilli per via locale per due mesi associati a presidi atti a ricostruire l’ acidità per un mese. Naturalmente non ho assunto l’ antibiotico ma vorrei sapere quali prodotti usare.
Le sarei molto grata se potesse indicarmi la terapia di cura.
RISPOSTA
Dal suo messaggio non si evince se prima dell’ultimo controllo aveva sofferto o meno di una candidosi. Allo stato attuale l’acidità sembra relativamente discreta (appena sotto il limite di normalità), anche se non mi scrive se (e in che quantità) sono presenti i lattobacilli. La presenza, peraltro, di U.parvum di solito è segno di uno squilibrio della flora normale vaginale. Qualora persistano sintomi e alterazioni a carico della flora normale batterica vaginale, è necessario intervenire con lattobacilli per via locale e/o con acidificanti (come descritto nel referto), che i medici che la seguono sapranno sicuramente prescriverle.