Bulimia nervosa

    Pubblicato il: 27 Febbraio 2011 Aggiornato il: 27 Febbraio 2011

    DOMANDA

    Buon giorno, vorrei chiedere un consiglio. Tempo fa mi sono rivolta a CDA e hanno espresso una diagnosi di Bulimia nervosa. Dai test che mi hanno fatto risulta che sono anche in fase di depressione. Nel mio caso la gravità della situazione è data dal fatto che nel 2008 ho avuto un ictus cerebrale. Non sono capace risolvere la crisi da sola e il peso cresce ogni mese. Ho 44 anni, 170 altezza e adesso peso 92kg. Pensavo che forse un antidepressivo aiuta a tamponare il problema e nel fratempo con l’aiuto della psicologa o dello psicoterapeuta cercerò di guarire. Purtroppo non c’e stato nessun aiuto dal CDA oltre quella prima visita medica.Vorrei chiedere che cosa potrei fare per vincere questa malattia subdola. Dove posso rivolgermi o cosa potrei fare? Ultimamente si sono verificate diverse difficoltà motorie, e la pressione è salita ancora piu. Il mio medico di famiglia dice che devo dimagrire per forza, ma non ci riesco. Distinti saluti

    RISPOSTA

    Gentile Sig.ra,

    innanzitutto, spiego per chi ci legge, che CDA significa “Centro per i Disturbi Alimentari”.

    Questo centro, nella sua città (che purtroppo non indica) le ha posto diagnosi di bulimia nervosa, con la presenza (tecnicamente si chiama comorbilita’) di una depressione.

    Ciò è alquanto comune e spesso è presente anche una componente d’ansia, non sempre e non solamente legata al cibo ed al peso.

    Componente che andrebbe valutata ed indagata da chi sta seguendo o seguirà il suo caso.

    Mi parla, infatti, di una psicologa/psicoterapeuta anche se sembra ci sia stata una sola visita presso il CDA.

    Quindi, il primo passo, sarebbe quello di chiedere, oltre ad una seria e piena presa in carico, anche la stesura di un eventuale piano terapeutico.

    Stabilire, quindi, insieme all’equipe, gli obiettivi del suo trattamento e quali professionalità(psicologo-psichiatra-nutrizionista-endocrinologo-neurologo etc) entreranno in gioco, e come.

    In merito all’antidepressivo ed alla psicoterapia, per quanto riguarda la bulimia nervosa, le attuali linee guida indicano che la farmacoterapia unita alla psicoterapia cognitivo comportamentale, siano le scelte d’elezione, quindi sta facendo la cosa giusta.

    Non riferisce pero’, se il suo problema comprende il vomito autoindotto o altre forme di compenso oppure se non vi sia la presenza di tutto cio’ (esiste anche una bulimia non purgativa-senza compenso).

    Inoltre, sarebbe utile sapere se il disturbo alimentare e’ comparso dopo l’ictus oppure era presente anche precedentemente ad esso.

    Stessa cosa per il problema di peso (il suo indice di massa corporea, in base ai dati riferiti per altezza e peso, equivale a 31.8- Obesità di grado I) che è necessario sapere se presente precedentemente all’ictus o meno e con quali fluttuazioni.

    In merito alle diete, che sembrano essere la sua attuale strategia dopo le parole del medico di famiglia, le dirò che le diete non funzionano.

    Cioe’, le diete, come vengono da lei intese in questo momento, aumentano l’ansia e le preoccupazioni riguardo lo stato di salute ed il proprio peso/aspetto.

    L’ansia, e’ “amica” degli episodi di abbuffate e di vomito autoindotto e vanno “a braccetto” probabilmente con la depressione che le è stata diagnosticata (legata anche alle difficoltà che le causa l’ictus che riferisce di aver avuto).

    In merito alla sua domanda, e cioè a cosa potrebbe fare, il mio consiglio, oltre a quello di affidarsi ai colleghi che la seguiranno, è quello di prendere posizione in favore del cambiamento e verso una presa di posizione forte verso la bulimia.

    Non abbia paura a chiedere aiuto ed a parlarne con i suoi cari, anche se all’inizio potrebbe provarne vergogna o timore.

    Fronteggi la malattiia, quindi, vedendone solo i “contro” e mai gli eventuali (finti) “pro”.

    Le auguro ogni bene.

    Emanuel Mian