DOMANDA
Gentile professore,
leggo dal suo curriculum che la sua attività è incentrata in particolar modo sulle valvulopatie, le voglio perciò porre il seguente quesito.
A seguito di linfoma di Hodgkin trattato con chemio ABVD e radioterapia a mantellina ho sviluppato un insufficienza mitralica lieve-moderata con lembi ispessiti.
Ad oggi sono passati 8 anni da tale diagnosi e il quadro è rimasto immutato.
Mi è stata però diagnosticata recentemente una iperprolattinemia idiopatica e come cura mi è stata proposta cabergolina 0,5mg la settimana.
Il medico mi ha detto che a tali dosaggi non dovrebbe creare problemi ma sul “bugiardino” leggo di una controindicazione per chi è già portatore di una valvulopatia.
Potete aiutarmi a capire? Assumendo Cabergolina 0,5 mg la settimana corro il rischio di vedere peggiorato il mio rigurgito o il rischio è riferito a dosaggi molto superiori?
RISPOSTA
Gentile signora,
danni valvolari da cabergolina si sono verificati in pazienti affetti da morbo di Parkinson, trattati con il suddetto farmaco ad alte dosi e per periodi molto prolungati.
Non ancora ben chiari i meccanismi molecolari per cui questo avvenga, probabilmente implicato l’aumento dei livelli di serotonina.
Non è stato provato un significativo incremento in termini di rischio di patologia valvolare cardiaca di rilevanza clinica in soggetti sottoposti a trattamento a basse dosi di cabergolina per lungo tempo in ambito endocrinologico, sebbene modifiche della geometria valvolare mitralica possano comunque svilupparsi.
Credo dunque di poterle consigliare di intarprendere con tranquillità la terapia con cabergolina prescrittale dal suo endocrinologo; la invito comunque a sottoporsi ad un ecocardiogramma di controllo dopo alcuni mesi dall’inizio del trattamento.
Le porgo i miei saluti, rimanendo a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Corrado Tamburino