canale vertebrale stretto

    DOMANDA

    Mia mamma ha 67 anni e un ortopedico le ha diagnosticato il canale stretto. Praticamente ha difficoltà a camminare e si ferma spesso quando dobbiamo fare una passeggiata.
    Questa terapia del dolore può fare qualcosa per mia mamma?
    Grazie.
    Giulia

    RISPOSTA

    Per chi soffre di canale vertebrale stretto o di sciatalgia che non passa neppure con i farmaci e la fisioterapia, una possibilità arriva dalla adesiolisi epidurale: sviluppata dal prof. Gabor Racz negli anni 80, è una tecnica algologica indicata nei pazienti che soffrono di canale vertebrale stretto, di sciatalgia intrattabile o di intervento chirurgico lombare fallito (Failed Back Surgery Syndrome).

    L’obiettivo è di minimizzare gli effetti deleteri delle cicatrici epidurali: la limitazione della libertà di movimento delle radici che vengono ‘stirate’ durante la flessione della colonna, l’alterazione del flusso ematico e linfatico epidurale e la riduzione della possibilità dei farmaci di raggiungere la radice spinale interessata.

    La tecnica consiste nel posizionare l’ago di Crawford nello iato sacrale che si trova al fondo dell’osso sacro e al di sopra del coccige, non prima di aver eseguito una anestesia locale e una piccola sedazione. Dopo aver superato la membrana sacrococcigea, la punta dell’ago si viene a trovare nello spazio epidurale. Si introduce il catetere di Racz nell’area in cui sono presenti le aderenze ed eseguendo un movimento meccanico si tratta la causa del dolore. Il mezzo di contrasto permette di visualizzare l’avanzare del catetere realizzando una vera e propria peridurografia. A questo punto si somministrano i farmaci che servono a ridurre le sostanze infiammatorie presenti in quella sede: soluzione fisiologica, anestetico locale, in genere bupivacaina, corticosteroidi, ialuronidasi. L’aggiunta di soluzione fisiologica ipertonica migliora l’outcome. Il cateterino viene lasciato in sede alcune ore.
    Durante tutta la procedura l’algologo controlla la posizione del cateterino attraverso uno schermo su cui viene proiettata l’immagine radiologica continua della colonna vertebrale all’interno della quale è visibile il catetere di Racz. L’obiettivo è quello di eliminare o ridurre le cicatrici fibrose e le aderenze che si trovano in rapporto alle radici e al ganglio spinale.

    La procedura in sè dura dai 15 ai 30 minuti e viene eseguito in day hospital in pochi centri italiani

    Effetti collaterali e complicanze
    Dolore nella sede di elezione, lombalgia transitoria, cefalea da puntura della dura madre. In letteratura sono descritte anche complicanze neurologiche che sono comunque molto rare.

    Luigi Codipietro

    Luigi Codipietro

    Dirigente medico di primo livello al servizio di terapia antalgica e rianimazione dell’Ospedale Parini di Aosta. Nato a Carignano (Torino) nel 1972, si è laureato in medicina e chirurgia all’Università di Torino nel 1998 e specializzato, presso lo stesso ateneo, in anestesiologia e rianimazione. Ha poi conseguito anche il dottorato di ricerca in pediatria sperimentale, […]
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