cancro al pancreas

    Pubblicato il: 21 Dicembre 2012 Aggiornato il: 21 Dicembre 2012

    DOMANDA

    Egregio Dott.Rubbini,le scrivo per un consulto,mio nonno ha circa 87 anni e tengo a precisare ,perchè spero possa fare la differenza ,solo anagraficamente perchè è un uomo forte e pieno di energie.Gli è stato diagnosticato un cancro al pancreas con metastasi alla parete addominale all ‘intestino ed al fegato,a parte il problema all’intestino ove una massa non permette alla bile di scendere e quindi resta nello stomaco ,non ha nessun disturbo, le analisi non evidenziano a parte una carenza di ferro niente di già gravissimo,in questi giorni gli sarà fatto un intervento definito palliativo,per poter baipassare la parte dell’intestino compromessa dalla malattia,sono consapevole dell’età e del fatto che sia gia’abbastanza avanti ma mi chiedevo potremmo con qualche curetta (tipo Radioterapia) tentare di rallentare il decorso della malattia?Tra l’altro un anno fa circa ha già fatto terapia radioterapica per un tumore alla prostata ed il tutto si è risolto bene,con valori di psa rientrati perfettamente ancora ad oggi,adesso è possibile mirare l’organo piu’importante tra quelli interessati e almeno rallentare ?In attesa di una sua celere risposta porgo distinti saluti.

    RISPOSTA

    Gentile Signora, da quello che mi dice siamo di fronte ad un cancro del pancreas metastatizzato : a questo livello di stadiazione non vi è indicazione ad un intervento chirurgico radicale e ,giustamente Vi è stato proposto un intervento cosidetto palliativo, che cioè non ha l’intento di guarire poichè non interviene direttamente asportando il tumore, ma di creare una situazione che consenta, anche se solo temporaneamente , di migliorare la qualità della vita.
    La radioterapia , che non può essere definita in nessun caso una “curetta”, anche se intiusco il Suo intento affettuoso, può avere qualche efficacia nel senso di ridurre la massa tumorale ma in presenza di metastasi diffuse dubito molto della sua utilità.
    L’età avnzata , anche se in “buono stato” e la situazione clinica , penso possano più concretamente suggerire l’atteggiamento di accompagnare Suo nonno verso il fine vita ,con terapie sintomatiche e di supporto, ma soprattutto con il calore e l’amore della Sua famiglia. Non ci possiamo opporre alla morte, in assoluto, ma possiamo cercare di affrontare e far affrontare ai nostri cari,quel momento con dignità e serenità, non rassegnazione. Non Le sto suggerendo di lasciarlo andare o di abbandonarlo al Suo destino, al contrario di restarGli accanto nell’ultima parte del Suo percorso, senza accanimenti terapeutici ma con l’amore ed il rispetto che ogni Nonno merita. Il Suo è un Nonno che ha vissuto a lungo e che può ancora darLe tanto. Lo aiuti facendogli fare il Nonno fino in fondo e facendolo sentire utile fino al Suo ultimo giorno.
    Cordialità

    Michele Rubbini

    Michele Rubbini

    TUMORI DELL’APPARATO DIGERENTE. Professore associato di chirurgia generale all’Università di Ferrara. Nato a Ferrara nel 1953, si è laureato all’università della stessa città e si è specializzato in chirurgia generale. Dal 1997 al 2007 è stato direttore dell’unità di chirurgia generale dell’ospedale di Stato della Repubblica di San Marino. Oggi dirige l’unità operativa di chirurgia […]
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